Testosterone fra resistenze e scetticismo
Sebbene la terapia sostitutiva con testosterone negli uomini con carenza di tale ormone sia stata introdotta nei primi anni ’40, l’utilizzo di questo efficace approccio terapeutico negli uomini ipogonadici incontra un notevole scetticismo e resistenza.
In effetti, per decenni, la paura che il testosterone potesse causare il cancro alla prostata ha ostacolato il progresso clinico in questo campo. Tuttavia, anche dopo aver acquisito una notevole conoscenza del fatto che questa paura non è assolutamente comprovata, molti professionisti nella comunità medica restano titubanti nell’utilizzare questo approccio terapeutico per trattare gli uomini con ipogonadismo.
Man mano che le paure relative al carcinoma prostatico si sono attenuate, è stata introdotta una nuova controversia sull’uso della terapia con testosterone e sull’aumento delle malattie cardiovascolari.
La terapia con testosterone in realtà è sicura
Sebbene la nuova controversia fosse basata su uno studio clinico sfortunato – una meta analisi con studi che utilizzavano una formulazione non approvata negli uomini con cirrosi epatica e due studi retrospettivi con metodologie statistiche sospette o non convalidate e contaminazioni del database – le “fiamme” di tale controversia erano alimentate da stampa laica e accademici della stessa risma.
Esistono prove scientifiche e cliniche considerevoli che suggeriscono che la terapia con testosterone sia sicura ed efficace e tale da generare il ripristino dei livelli fisiologici negli uomini con carenza di testosterone, indipendentemente dalla sua eziologia.
Il TD (deficit di testosterone) è associato a una maggiore incidenza delle seguenti condizioni
- Sindrome metabolica
- Obesità
- Disfunzione sessuale
- Ridotta fertilità
- Ridotta motivazione
- Aumento della fatica
- Depressione dell’umore
- Perdita di massa ossea e muscolare
- Anemia
- Riduzione di energia e vigore
- Resistenza all’insulina
- Diabete
- Infiammazione
- Dislipidemia
- Sarcopenia e fragilità muscolare
- Riduzione della qualità della vita (QoL – Quality of Life)
- Aumento della mortalità
Meno testosterone più malattie
Un sostanziale corpus di prove indica che l’incidenza e la gravità della malattia coronarica, lo spessore carotideo dell’intima-media, l’aterosclerosi sono inversamente correlati con le concentrazioni sieriche di testosterone.
Esiste urgente bisogno nella comunità medica di una maggiore consapevolezza dell’impatto del deficit di testosterone sulla salute generale degli uomini.
E’ ovvio che il testosterone, somministrato sotto controllo medico, rappresenti una panacea irrinunciabile per tutti gli uomini al di sopra dei 50 anni, ove la TD è latente e, subdolamente, non si manifesta quale gravissimo rischio per la salute che realmente è.
Il testosterone protegge la prostata
Altro gravissimo inciampo ideologico da superare, una volta per tutte, è l’apriorismo che vede il cancro prostatico secondario al testosterone, teoria basata sull’osservazione di un solo paziente, per opera del chirurgo urologo americano Huggins, che per le sue “ricerche” sul cancro prostatico vinse nel 1966 un Nobel per la Medicina.
Il paziente, prostatectomizzato e castrato chimicamente… guarì, buttando letteralmente via, come molti pazienti a seguire, la sua vita sessuale, la continenza vescicale, la sua aspettativa di vita.
Studi recenti attribuiscono al testosterone peculiarità anticancro specifiche per la prostata validate dalla teroria androgenica recettoriale ghiandolare. Una volta saturati i recettori androgenici un eccesso eventuale di testosterone non ha alcuna efficienza sulla cancerogenesi della prostata, laddove invece una carenza ormonale con prevalenza estrogenica stimola ipertrofia e induzione neoplastica.
Bisogna a questo punto chiedersi perchè il testo è sempre meno reperibile in farmacia: forse che Big Pharma intraveda in esso un principio attivo coniugabile solo e unicamente col benessere fisico non solo maschile?