La vitamina D, in particolare il suo metabolita 25-idrossivitamina D (25 oh D), il calcidiolo, è ampiamente riconosciuta per la sua efficacia insostituibile nell’omeostasi del calcio e per gli effetti immunomodulatori.
La sua azione ormonale diminuisce il rischio di molte malattie croniche, tra cui l’osteoporosi, l’osteoartrosi, la sindrome metabolica, la fibromialgia, la sindrome da affaticamento cronico, il cancro.
La vitamina D può essere sintetizzata nella pelle attraverso l’esposizione al sole e si trova nei salmoni, nei funghi, nelle uova e nei prodotti lattiero-caseari. Le azioni biologiche della vitamina D sono mediate attraverso il recettore vitaminico D (VDR). Il VDR è quasi esposto in modo omnicomprensivo nelle cellule umane, evidenza che sottolinea il significato clinico del sistema endocrino basato sul metabolismo della Vitamina D.
L’omeostasi alterata della vitamina D è associata a un aumento del rischio di sviluppare obesità, ipertensione, intolleranza al glucosio e sindrome metabolica.
Infatti i livelli plasmatici di vitamina d sono stati associati inversamente con l’indice di massa corporea (BMI) e i livelli di grasso corporeo e positivamente con il colesterolo HDL. Il tessuto adiposo viscerale è sempre più rappresentato nei soggetti affetti da carenza di vitamina D. Il sequestro della vitamina D nei depositi di grasso corporeo e la sua conseguente riduzione in termini di biodisponibilità, offrono una spiegazione plausibile per questa associazione.
Recenti ricerche hanno rivelato che il calcidiolo presenta anche diversi effetti antinfiammatori.
In primo luogo, il calcidiolo inibisce la sintesi e le azioni biologiche delle prostaglandine pro-infiammatorie (PGS) mediante tre meccanismi:
1 – soppressione dell’espressione della cicloossigenasi-2, (l’effetto che ricerco in ogni paziente allo scopo di sopprimere le infiammazioni croniche, benzina per il cancro) l’enzima che sintetizza PGS;
2 – upregulation dell’espressione di 15-idrossisprostaglandina-d deidrogenasi, l’enzima che inattiva PGS;
3- downregulation dell’espressione dei recettori PG che sono essenziali per la segnalazione delle prostaglandine.
Inoltre, la vitamina D è in grado di sopprimere il rilascio di TNF-α (Tumor Necrosis Factor alpha) e di migliorare la sintesi della citochina anti-infiammatoria IL-10.
La vitamina D aumenta l’effetto di sostanze anti-estrogeni. Oltre a questi effetti generali/indiretti, è stato dimostrato che la vitamina D aumenti i livelli di testosterone; ciò è dovuto principalmente alla sua capacità di diminuire l’enzima aromatasi, che converte il testosterone in estrogeno2.
La vitamina D riduce la produzione di E2 e blocca la produzione del recettore alfa-E2 .
Aumenta inoltre i livelli di testosterone come confermato ulteriormente da uno studio in cui gli uomini con livelli sufficienti di 25 [oh] D avevano livelli significativamente più alti di testosterone e livelli significativamente inferiori di SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) rispetto a soggetti con deficit di calcidiolo.
La supplementazione di vitamina D aumenta i livelli di testosterone.
I sintomi della carenza di testosterone che possono essere indirettamente attribuiti a una mancanza di vitamina D, includono:
- stanchezza;
- depressione;
- perdita di massa muscolare.
La riduzione della massa magra potrebbe promuovere dolore muscolare, evidenza molto comune negli uomini, legata al processo di invecchiamento non controllato.
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