Integratori Alimentari, Considerazioni E Consigli

Ormai è da decine di anni che si parla di integratori criticandone l’utilizzo o elogiandone i pregi. L’una o l’altra situazione è in dipendenza soprattutto dei risultati che effettivamente ha chi li utilizza. Ci sono comunque persone che a priori danno un giudizio negativo all’integrazione, senza sapere se esistono studi scientifici efficaci, se sono salutari o comunque non dannosi, ecc.

Lo scopo di chi scrive articoli e/o libri in riferimento agli integratori, è quello di fare capire ai futuri utilizzatori, o solo agli interessati della materia, quale può essere lo scopo, il modo di utilizzo, l’utilità e/o inutilità di una certa “sostanza”, ma facendolo in modo quasi asettico, senza doversi schierare, altrimenti si perderebbe il senso critico.

Una direttiva europea, ha dato una definizione agli integratori alimentari: “sono prodotti alimentari destinati ad integrare la dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico”.

Per cui, se una sostanza è classificata come “integratore” un effetto “nutritivo o fisiologico” lo deve avere per definizione.

Molto spesso, non si evidenziano effetti tangibili perché la quantità utile non viene raggiunta con l’assunzione, oppure perché vengono assunti in momenti non idonei o per una geneticità specifica di chi li utilizza.

Faccio sempre il classico esempio del caffè. Ci sono persone che ne possono bere 6, 7, 8 o più tazzine al giorno e dormono senza problemi (purtroppo non beneficeranno del suo effetto ergogenico) e altre persone che con solo mezza tazzina si agitano o non dormono per una notte intera. Altri che con una tazza di camomilla potrebbero trascorrere notti a studiare o al lavoro perché per loro ha effetto eccitatorio, mentre su altri ha effetto soporifero.

Gli studi scientifici devono essere presi come riferimento per creare anche una sorta di standardizzazione nell’utilizzo dello specifico integratore, che poi comunque dovrà essere personalizzato in base alle esigenze specifiche, alla dimensione del soggetto, allo sport o alla sedentarietà, ecc.

Per legge, il Ministero della Salute deve dare indicazioni da scrivere sulle etichette degli integratori per evitare un loro abuso. Purtroppo non danno dei riferimenti né per sesso, per età (tranne di solito vietarne l’utilizzo a persone con età inferiore a “x” (ics) anni), per struttura fisica e peso, ecc… Teoricamente la stessa limitazione (per esempio quantitativa per la vitamina C) dovrebbe essere valida per la casalinga di 70 anni che non fa attività fisica e per un centometrista di 85 kg di muscoli che si allena 6 giorni alla settimana.

Un altro fattore molto importante è la qualità. Chi vuole risparmiare, spesso utilizza integratori di media o scarsa qualità. Se in un motore metti benzina “sporca”, sicuramente si consumerà prima e soprattutto non riuscirà a sviluppate la potenza massima che ha, anche se comunque ha messo della benzina. Quindi non basta prendere un integratore (creatina, glutammina, omega3, vitamina D, ecc…), ma bisogna prenderlo di buona o ottima qualità. Il grado di biodisponibilità sarà maggiore come anche la purezza e di conseguenza meno immissione di sostanze inquinanti e maggiore preservazione della salute.

 

L’integrazione serve solo agli sportivi?

Molti si domandano se l’integrazione serva solo agli sportivi per aumentare le prestazioni. La risposta è no. Già il limitare alla sola funzione “aumento della performance” è sbagliato. Ci sono integratori che ad esempio servono a preservare le strutture scheletrico-muscolari, oppure a diminuire il grado di infiammazione cellulare e muscolare (spesso presente anche in persone sedentarie), altre che aiutano a controllare i livelli di ormoni legati allo stress psico-fisico, altri ancora nel migliorare il tono dell’umore, ecc.

I campi di impiego sono molteplici, tutto sta nel quantificare la loro assunzione, nello scegliere il tipo o i tipi di integratori da utilizzare e nella “time-izzazione” dell’integrazione, cioè nel consumarli al momento giusto della giornata e soprattutto nell’essere costanti nella loro assunzione.

In chi si allena è importante gestire l’alimentazione e l’integrazione pre e post allenamento (workout). In chi ha livelli di stress elevati, l’importanza della tempistica di assunzione è fondamentale, in quanto i livelli di ormone dello stress dovrebbero essere abbassati nel pomeriggio e tenuti a livelli adeguati la mattina, per cui l’azione dell’integrazione dovrà seguire questo ritmo circadiano.

Molto spesso non è utile assumere un integratore a spot, magari solo nel giorno di una gara o quando si ha il raffreddore. Non essendo un farmaco che agisce in acuto, se lo vogliamo utilizzare per l’influenza, dovrà essere assunto ben prima del periodo influenzale, proprio a scopo preventivo. Se lo vogliamo utilizzare per una gara, dovremo abituare l’organismo nel metabolizzare ciò che prendiamo proprio in previsione di quell’evento, iniziando anche mesi prima.

Al contrario, l’assunzione solo nel giorno di gara o sforzo intenso, potrebbe danneggiare la performance stessa, in quanto non abbiamo provato precedentemente la tollerabilità del nostro organismo a quella sostanza.

Sicuramente, il provare diverse metodologie di assunzione e la pratica, possono aiutare a massimizzare l’efficacia di un’integrazione. Il tutto dovrà essere fatto nella massima sicurezza riguardo la salute.

Qui si sono indicati solo degli spunti riflessivi che dovranno essere applicati alla singola strategia nutrizionale ed integrativa, studiando la tipologia, lo stile di vita, i parametri ematici, la struttura, ecc…, della persona.

 

Per seguire il Dr. Giovanni Montagna

Puoi scrivergli a giannidiet@tiscali.it

Puoi contattarlo al 3939967076

 

[Photo Credits theguardian.com, freepik.com, nutritioncenter.it]

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