Un “mini intestino” in 3d migliora la comprensione della celiachia

Una ricerca per studiare la risposta autoimmune al glutine nei tessuti dei pazienti celiaci e non celiaci

Alla ricerca di un nuovo strumento per la ricerca e il trattamento della celiachia, i ricercatori della Harvard Medical School presso il Centro di Ricerca sull’Immunologia e la Biologia delle Mucose (MIBRC) del Massachussetts General Hospital hanno convalidato l’utilizzo di organoidi intestinali.

Queste colture tridimensionali di tessuti sono versioni in miniatura dell’intestino, prodotte in vitro.

Prendendo tessuto dalle biopsie duodenali di pazienti celiaci e non, i ricercatori hanno creato dei “mini intestini” per meglio esplorare come l’epitelio intestinale e le molecole derivate dal microbiota rispondono al glutine, una classe complessa di proteine che si trova nel grano e in altri cereali.

Cibi con glutine

1 – Grano (frumento), segale, orzo, farro, spelta, kamut, monococco, couscous, bulgur, seitan, crusca, malto e i loro derivati

2 – Avena (non contiene glutine, ma spesso viene coltivata in terreni adiacenti a colture di cereali glutinici, rischiando di essere contaminata (concessa l’avena certificata gluten free)

3 – Carne e pesce impanati o infarinati con i cereali vietati

4 – Latte vegetale derivato dai cereali vietati, yogurt al malto, yogurt con cereali vietati, formaggi fusi infarinati con i cereali vietati

5 – Verdure impanate, infarinate, in pastella con i cereali vietati

6 – Frutta disidratata infarinata con i cereali vietati (es. fichi secchi)

7 – Besciamella, lievito di birra

8 – Caffè solubile, caffè d’orzo, birra da malto d’orzo e/o di frumento.

Finalmente la possibilità di testare su modello umano

Una ricercatrice ha così affermato che “Al momento non abbiamo modelli animali in grado di riproporre la risposta al glutine che vediamo negli esseri umani. Utilizzando questo modello di tessuto umano, abbiamo osservato che i “mini intestini” esprimono gli stessi marcatori molecolari dell’epitelio reale nel tessuto celiaco; inoltre, l’espressione genica riflette le differenze funzionali che si verificano quando gli epiteli dei pazienti celiaci sono esposti alla gliadina (ovvero, appiattimento dei villi intestinali e conseguente malassorbimento di macro e micronutrienti).

La gliadina e la glutenina sono le principali componenti proteiche del glutine”.

Perchè si diventa celiaci?

La celiachia si innesca quando gli individui geneticamente predisposti consumano alimenti e/o bevande contenenti glutine: questa condizione colpisce circa l’1% della popolazione degli USA.

Sulla base dei dati attuali, si ritiene che l’insorgenza della celiachia sia preceduta dal rilascio della proteina zonulina, che viene attivata dalla gliadina non digerita, innescando così una risposta autoimmune: questa condizione porta ad un aumento della permeabilità intestinale e ad una funzione di barriera interrotta.

Nuove evidenze suggeriscono che il microbiota possa avere un ruolo nell’insorgenza della celiachia.

Gli esiti della ricerca

Utilizzando l’analisi dell’intero trascrittoma, i ricercatori hanno identificato 472 geni regolati in modo diverso nei “mini intestini”, che riflettono la celiachia. Una seconda scoperta dello studio mostra che i bioprodotti derivati da microorganismi intestinali possono essere impiegati per modificare la risposta epiteliale al glutine, una scoperta che potrebbe portare a future strategie di trattamento.

Il Dott. Alessio Fasano, professore di pediatria presso il Massachussetts General Hospital, direttore del MIBRC e co-autore dell’articolo, ha affermato: “Questi risultati confermano la nostra ipotesi che la base genetica e l’esposizione al glutine sono necessari, ma non sufficienti per passare dalla predisposizione genetica all’esito clinico, poiché devono essere presenti anche cambiamenti nella composizione e nella funzione del microbiota intestinale”.

 

Tradotto ed elaborato dalla Dr. Francesca Vignoli

Tratto da A 3D “mini-gut” advances understanding of celiac disease

 

 

Immagine di copertina: biopsia dell’intestino tenue che mostra celiachia manifestata da smussatura di villi, iperplasia delle cripte e infiltrazione linfocitaria delle cripte. Credito: CC BY-SA 3.0 – Samir

Photo credits AZ tech, Tuttogreen

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