Infiammazione e sessualità

Recentemente ho letto uno studio che tratta della relazione tra bio-marcatori dell’infiammazione e frequenza di attività sessuale/qualità di vita in soggetti “diversamente giovani” (media di 66 anni, circa 4500 soggetti di entrambi i sessi, divisi quasi equamente).

L’autore, Mark Allen dell’Università di Wollongong, sottolinea come i processi infiammatori siano dei meccanismi biologici responsabili di molte affezioni età-relate e quindi della qualità di vita; in realtà l’infiammazione è parte integrante delle difese che il sistema immunitario mette in atto per difendere il nostro organismo, ma quando diventa cronica porta a numerose problematiche, come l’aterosclerosi, solo per citarne una.

Un sistema circolatorio in cattiva forma è un pessimo viatico per l’attività sessuale e quindi è logico che valori alti, ad esempio, di proteina C-reattiva (uno dei biomarker dell’infiammazione), possano essere indice di compromissioni (anche) dell’apparato riproduttivo.

Una ricerca dell’Harvard Medical School dimostra, se ce ne fosse bisogno, come l’essere in una forma fisica pessima non sia relativo al solo aspetto estetico, analizzando proprio la correlazione tra PCR ed obesità, insulino-resistenza e disfunzione endoteliale in soggetti non affetti da patologie specifiche.

Gli autori sottolineano come le coronaropatie siano fortemente dipendenti dal grado di infiammazione, anche moderato, al quale il corpo è sottoposto, specie se continuativamente, e come questa condizione sia direttamente influenzata dall’interleuchina 6 secreta (oltre che dal fegato) dagli adipociti, presenti ovviamente in eccesso in chi è sovrappeso, mangia male e non fa del movimento.

I dati della loro ricerca mostrano chiaramente come elevati livelli di PCR ed IL-6 siano collegati ad obesità ed insulino-resistenza, fattori che, uniti ad altri, compongono il desolante quadro della sindrome metabolica; inoltre, gli studiosi nordamericani evidenziano come questo stato di cose sia causa anche di disfunzione endoteliale e relativa ridotta capacità vasodilatativa, altro campanello d’allarme per i deficit sessuali, e non solo.

Un altro studio, sempre dell’HMS, ribadisce gli stessi concetti, collegando lo stato infiammatorio (ben rappresentato da vari biomarker, in primis proprio la PCR) all’ateroclerosi, all’insulino-resistenza, ai disturbi del metabolismo glicidico, alla sindrome cardiometabolica (appunto insulino-resistenza, obesità addominale, dislipidemia, ipertensione) e diabete di tipo II, tutti segnali di un futuro problema cardiovascolare.

Si potrebbe andare avanti per molte pagine.

La letteratura sull’argomento è ampia e concorde: torniamo quindi allo studio iniziale, ove si afferma che elevati livelli di PCR e fibrinogeno siano correlati ad una minor frequenza di attività sessuale e ad una peggiore valutazione della qualità di vita: l’autore australiano conclude che una pratica sessuale più frequente può essere una condotta da aggiungere alle altre metodiche già utilizzate per abbassare i valori dell’infiammazione, concetto echeggiato anche da una review dello studio, pubblicata sul sito di una nota associazione di medicina sessuale internazionale.

Non posso che essere d’accordo (!), ma credo che il problema possa essere meglio inquadrato da un’altra ottica: le persone che conducono uno stile di vita corretto, che include una dieta corretta, la giusta “dose” di attività sportiva mirata ed un adeguato apporto di nutraceutici sono quelle che avranno anche nella mezza età (ed oltre) un corpo più in forma non solo esteticamente ma anche a livello organico e quindi anche meno “infiammato”, in grado pertanto di compiere al meglio tutti i gesti della vita quotidiana, ivi compresa la concretizzazione della loro sessualità.

“Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in eccesso né in difetto, avremmo trovato la strada per la salute” scriveva quasi 2500 anni fa Ippocrate, ed è ancora un pensiero integralmente attuale.

 

[Ph. Credit Sijagoweb]
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn