Con l’età, gli stili di vita sbagliati, lo stress i livelli ormonali di uomini e donne inevitabilmente declinano dando vita al fenomeno della endocrino-senescenza, una delle cause di invecchiamento. È ormai appurato che conservare un buon livello di ormoni dona vitalità ed energia oltre a migliorare il tono dell’umore. Il comune denominatore della carenza di ormoni steroidei, come pregnenolone, estrogeni, progesterone, dhea e testosterone è la fatica cronica, l’alterazione del tono dell’umore (gli ormoni steroidei si legano al recettore GABA), il calo della libido, il rallentamento del metabolismo.
Proprio per questo negli anni per far fronte a questi disagi, soprattutto nelle donne in menopausa, ha preso piede il trattamento ormonale sostitutivo, ovvero l’integrazione di ormoni di sintesi per contrastare tutta una serie di disturbi tipici del climaterio. Molto spesso però le pazienti non cambiavano minimamente il loro stile di vita, ma approcciavano al trattamento con la classica mentalità farmacologica: farmaco che cura il sintomo, senza apportare alcuna variazione in ambito alimentare e sportivo. Inoltre il trattamento ormonale sostitutivo viene consigliato soltanto per un periodo limitato di tempo, solitamente 5 anni altrimenti i rischi possono superare i benefici. Per questo negli anni le persone più attente hanno cominciato a ricercare metodi più naturali per far fronte ai disturbi femminili, come l’utilizzo di prodotti a base di fitoestrogeni, piante medicinali che mimano l’attività degli estrogeni nell’organismo, ad esempio soia e luppolo. Questo è sicuramente un passo avanti ma forse inutile se la donna non adotta delle strategie antiaging a più ampio spettro che comprendano appunto variazioni di ciò che mangia, dello sport che pratica ed anche di quello che pensa -ricordiamoci infatti che l’eccesso di stress si traduce in aumento del cortisolo e diminuzione degli altri ormoni steroidei.
Quando parliamo di moderne strategie antiaging per la donna però non possiamo focalizzare il problema alla sola carenza di estrogeni e/o progesterone in quanto l’efficienza fisica è collegata soprattutto ad un’altra classe di steroidi che la donna produce regolarmente ovvero gli ormoni androgeni, come il testosterone e il DHEA che nel sangue raggiungono livelli più elevati degli estrogeni stessi, ormoni femminili per eccellenza. Gli androgeni svolgono un ruolo fondamentale per il benessere della donna, il DHEA in particolare: aumenta il desiderio sessuale, migliora la forza e la performance sportiva, aumenta il metabolismo basale, favorendo la riduzione del tessuto adiposo, rafforza il sistema immunitario, stimola il funzionamento neurologico e migliora le capacità di memoria, previene l’osteoporosi e le patologie cardiovascolari. Queste sono motivazioni abbastanza valide da far comprendere che i livelli di DHEA vanno mantenuti buoni il più a lungo possibile considerando che dopo i 40 anni calano bruscamente, soprattutto se sottoposte a stress.
Gli studiosi dell’invecchiamento sono convinti che uno sbilanciamento tra la produzione di cortisolo e DHEA sia responsabile di numerosi sintomi correlati alla vecchiaia, mentre numerosi studi dimostrano che il DHEA produce un «senso di benessere» generale. Ricercatori della Jean Hailes Foundation, che si occupa di salute femminile, in uno studio presentato negli Stati Uniti, a New Orleans, all’ 86° congresso annuale della Società di Endocrinologia, hanno esaminato 1423 donne di eta’ fra 18 e 75 anni e hanno concluso che i bassi livelli di DHEA, che è prodotto dalla ghiandola surrenale, sono correlati in misura significativa con i problemi di eccitazione e desiderio sessuale nelle donne sotto i 45 anni. I bassi livelli di testosterone, invece, non mostrano alcuna relazione con la carenza di libido nelle donne di questo gruppo di età.
A questo punto tutte vi starete chiedendo cosa fare per mantenere buoni livelli di DHEA.
Sicuramente il primo passo da compiere è ridurre drasticamente le situazioni stressanti, per evitare di sbilanciare il rapporto cortisolo DHEA, svolgere attività fisica regolare e intensa, evitare sostanze raffinate e zuccheri semplici, introdurre una sufficiente quantità di grassi buoni, soprattutto quelli del pesce e coadiuvare la fisiologica attività ormonale attraverso piante medicinali ricche in molecole steroidee come il Tribulus terrestris e la Dioscorea Villosa. Sebbene questi estratti vegetali non possano essere considerati dei sostituti del DHEA tuttavia possono agire a più livelli per contrastare i sintomi da carenza dell’ormone stesso.
Secondo diversi ricercatori i fitormoni- piante che contengono principi attivi simili all’ormone prodotto dall’organismo- possono agire attraverso diversi meccanismi di azione:
- legarsi ai recettori dell’ormone stesso ma la risposta risultante è più debole e meno protratta nel tempo;
- favorire la produzione di ormoni da parte dell’organismo aumentando ad esempio il livelli di LH e FSH;
- mimare la funzionalità degli ormoni causando la stessa risposta fisiologica dell’organismo pur non legandosi al recettore.
Concludendo: riduzione dello stress, sport, nutrizione e piante medicinali coadiuvano l’azione del DHEA e rappresentano un buon mix antiaging che migliora lo stato psicofisico nelle donne. Non dimentichiamoci che spesso queste carenze ormonali possono essere multiple e borderline, pertanto non evidenziabili attraverso le classiche analisi di laboratorio. Il terapeuta pertanto dovrà stare molto attento ai sintomi che la paziente manifesta. In particolare i sintomi di carenza di DHEA sono sia di tipo fisico: riduzione della massa magra, cute e capelli secchi, cellulite, anche di tipo mentale come calo della libido, ansia, depressione, fatica.
[Photo Credit HerGamut]