Se pensiamo al detto “cicciottello è bello” pensiamo che un po’ di grasso ci renda più rotondetti e belli, e se ci riferiamo ad un bambino spesso crediamo che il suo grasso sia indice di buona salute. Questo può essere vero, finchè il grasso riempie le naturali forme dell’organismo come le guance, le “maniglie dell’amore” o le forme di una donna, ma quando il grasso riempie alcuni distretti questo può diventare brutto e anche pericoloso. Parliamo del grasso viscerale.
Ma che cos’è il grasso viscerale?
Il grasso viscerale è quel grasso che si trova in profondità nella pancia, diciamo tra l’intestino e la parete degli addominali e circonda i vari organi interni. Viene anche definito a “mela” o androgenico.
E’ pericoloso perché predispone ad alcuni tumori come il cancro del colon-retto e del seno, all’insulino-resistenza (insulina che diviene “sorda” verso gli zuccheri), al diabete di tipo 2, alla pressione alta, apnee notturne e alle malattie cardiovascolare. Può essere spesso la causa della sindrome metabolica caratterizzata da dislipidemia, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa ed insulino-resistenza.
E’ sicuramente più comune nei maschi, ma può comparire anche in alcune donne costituzionalmente predisposte. Può comparire fin nei bambini, ma è più comune con l’avanzare dell’età: nella donna, infatti, spesso è il grasso che accompagna la menopausa.
Come si deposita?
Il grasso in genere è legato all’alimentazione e alla sedentarietà, ma questa tipologia di localizzazione è favorita dallo stress (che attraverso il cortisolo favorisce con la produzione di zuccheri nel sangue l’innalzamento dell’insulina con conseguente deposito di grasso viscerale), dalla qualità e quantità del sonno e dagli alimenti ad alto carico glicemico che aumentano la produzione di insulina (es. zuccheri e alimenti che li contengono, fruttosio, carboidrati raffinati in genere). E’ molto comune, infatti, che le persone che presentano grasso viscerale abbiano elevati livelli di glucosio nel sangue in modo persistente.
L’HOMA index è un indice di laboratorio che potrà aiutarci a valutare la presenza di un quadro d’insulino-resistenza, e si calcola dal rapporto tra la glicemia e l’insulina, altri ulteriori specifici esami ci aiuteranno a definire meglio il quadro metabolico del singolo soggetto.
Quali caratteristiche può avere?
Una caratteristica importante del grasso viscerale è che può essere visto come un organo a sé funzionante che può influenzare l’intero organismo. Influenza, infatti, l’ormone dello stress (il cortisolo) aumentandone la produzione che a sua volta ne favorisce la crescita e il mantenimento, aumenta la trasformazione degli ormoni maschili in femminili sia negli uomini che nelle donne, sregola il senso della fame generando leptino-resistenza (la leptina non dà più il segnale di sazietà all’organismo), come già detto, determina insulino-resistenza quindi ulteriore innalzamento degli zuccheri nel sangue con deposito di grasso nel fegato (steatosi epatica e in altri organi), aumenta l’infiammazione producendo sostanze infiammatorie che vengono diffuse nell’organismo invecchiandolo e favorendo le malattie sopra menzionate.
Quindi, un grasso davvero pericoloso che non va assolutamente sottovalutato.
Si presenta come un grasso localizzato addominale duro, che può essere in parte mascherato dal grasso sottocutaneo se anche questo è abbondante, che contrariamente al grasso viscerale non si pizzica con le dita, ma con l’intera mano.
Come si misura?
Un occhio medico esperto lo può riconoscere già durante la prima visita, che viene supportata da misurazioni di vita e fianchi (misura che però includerà anche il grasso sottocutaneo) e da ulteriori più specifici strumenti di misurazione come la bilancia BIA (body impendance analysis) che ne può stimare meglio la presenza e le quantità in percentuale.
Come gestirlo?
Come si può chiaramente immaginare, occorre un’alimentazione corretta e una attività fisica mirata. Diversamente da altri tipi di grasso, risulta utile un’alimentazione che controlli l’introito degli zuccheri e dei carboidrati raffinati e l’eccesso di grassi saturi nella dieta. I carboidrati andranno sostituiti possibilmente con quelli integrali o comunque consumati insieme e proteine, fibre vegetali e grassi buoni (monoinsaturi, polinsaturi). Importante sarà anche il food timing, cioè la composizione dei piatti nei vari momenti della giornata.
E’ questo ad esempio il caso in cui un po’ di carboidrati integrali a cena possono aiutare a perdere peso aumentando i livelli di serotonina e quindi di melatonina per un migliore sonno e di conseguenza un
abbassamento dell’ormone dello stress, spesso causa dell’iperglicemia mattutina di questi soggetti.
La dieta sarà comunque sempre redatta in maniera personale, anche se queste tipologie di grasso risponderanno bene ad alcuni schemi precisi. Importante è cominciare con una buona colazione e consumare i due spuntini durante la giornata per aumentare il metabolismo e una corretta composizione in carboidrati, proteine, fibre vegetali e grassi dei piatti, insieme ad un attività fisica che veda accentuata la capacità aerobica e cardiovascolare senza generare stress oltre che un lavoro muscolare di mantenimento al fine di preservare la massa muscolare nel dimagrimento e nel mantenimento.
Specifici integratori a base di fitoterapici come la berberina, nutraceutici come l’acido-lipoico, minerali come il cromo, anti-ossidanti come vitamine E, C, la vitamina D comunemente carente in questi soggetti e omega 3 che in concerto potranno accompagnare la perdita di peso favorendo il quadro metabolico del singolo individuo.
E’ un grasso che in genere si perde velocemente se vengono e pianificati una corretta alimentazione (senza troppi sacrifici) e uno stile di vita idoneo a questo tipologia di sovrappeso.
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