Tono dell’Umore, Prestazione Sportiva ed Equilibrio Ormonale

Quando si parla di prestazione sportiva o di integrazione per ottimizzarla, spesso si trascura un aspetto molto importante: il tono dell’umore!

Una lieve depressione o uno stato d’ansia non significa soltanto minor voglia di allenarsi, ma e’ indice di un profilo ormonale alterato che condiziona negativamente la composizione corporea e l’allenamento. Esiste una correlazione diretta tra ormoni steroidei energizzanti come cortisolo, testosterone, DHEA e benessere psicofisico. Ricordiamoci che gli ormoni steroidei, in particolare il cortisolo vengono rilasciati per far fronte alle situazioni stressanti e quando queste si sommano esponenzialmente si va incontro ad esaurimento delle surreni, anticamera della stanchezza cronica e della depressione. Ecco perché le nostre surreni vanno rispettate e il cortisolo risparmiato. Ricordiamoci che la capacità di rilasciare cortisolo può essere determinante per la nostra sopravvivenza nelle situazioni ‘fuggi o combatti’. Troppe volte però consumiamo il nostro cortisolo rimuginando situazioni negative o facendoci stressare dagli eventi che ci circondano. Un buon sportivo dovrebbe invece conservare il cortisolo per migliorare la propria performance e il proprio umore. Se tuttavia ci troviamo in un periodo della vita in cui le nostre ghiandole surrenali sono sotto pressione sarebbe opportuno adottare tutti quegli accorgimenti che possano favorirne la funzionalità. In primis riequilibrando il ritmo sonno veglia (serotonina-melatonina-cortisolo) che facilita il fisiologico rilascio degli ormoni steroidei al mattino.

A questo scopo può essere utile l’integrazione di Mio-inositolo, che svolge attività relativa all’attivazione dei recettori della serotonina, Vitamina B6 (cofattore enzimatico della trasformazione 5HTP – serotonina) e soprattutto di Griffonia semplicifolia, una pianta medicinale i cui semi forniscono 5-idrossitriptofano (5-HTP), il precursore endogeno della serotonina, neurotrasmettitore che gioca un ruolo essenziale nella regolazione del tono dell’umore. Nel tessuto cerebrale di soggetti depressi si riscontrano ridotte quantità di serotonina; viceversa, un aumento dei livelli di serotonina nel SNC corrisponde ad un miglioramento del tono dell’umore.

L’efficacia dell’integrazione dietetica di 5-idrossitriptofano come regolatore del tono dell’umore è dovuta alla sua conversione in serotonina, della quale rappresenta un precursore clinicamente valido. Già a partire dai primi anni ‘70 sono stati pubblicati almeno quindici studi per un totale di oltre 500 pazienti affetti da diversi tipi di depressione, che dimostrano l’efficacia clinica del 5-idrossitriptofano su circa il 60% dei pazienti trattati. Gli effetti del trattamento, già evidenti dopo la prima settimana, erano accompagnati da un’elevata tollerabilità.

Studi più recenti, effettuati con somministrazioni giornaliere di 5-HTP comprese tra 50 e 300 mg, hanno confermato la capacità del 5-idrossitriptofano di ridurre in maniera significativa i sintomi della depressione di grado lieve e moderato nell’arco di un paio di settimane.

È interessante sottolineare che dalla maggior parte degli studi clinici pubblicati in letteratura risulta che l’integrazione con 5-HTP si caratterizza per una risposta significativamente rapida, i cui effetti sono evidenti già dopo 1-2 settimane di trattamento, in seguito. Da tutti gli studi esaminati risulta che il 5-HTP è soprattutto efficace sulla depressione associata ad ansia e nei pazienti con depressione endogena di grado lieve e moderato. Sempre grazie alla sua capacità di aumentare i livelli endogeni di serotonina, il 5-HTP viene impiegato anche nel trattamento dei disturbi del sonno, peraltro frequentemente correlati ad alterazioni del tono dell’umore. In particolare, la somministrazione di 5-idrossitriptofano si è dimostrata efficace nel migliorare la qualità del sonno, regolando la durata della fase REM.

La serotonina dunque, oltre a migliorare il tono dell’umore, si trasforma fisiologicamente in melatonina migliorando la qualità del sonno senza i classici effetti rebound, la conseguenza di questo processo è la regolazione del ritmo sonno veglia con un migliore rilascio di ormoni steroidei al mattino.

 

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