Questo mio contributo è fatto con la piena collaborazione della dott.ssa Irene Migliastro, mia brillante ex allieva laureata in Tecniche di Laboratorio Biomediche, che ha in seguito conseguito un Master in Tecniche Diagnostiche in Anatomia Patologica e attualmente è in pianta stabile presso la sezione di Biologia Molecolare e Immunoistochimica del Laboratorio di Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Policlinico di Careggi di Firenze; è laureanda magistrale in Biologia Sanitaria presso l’Università di Siena.
Inibizione dell’attivazione piastrinica
La disfunzione piastrinica è un’altra caratteristica tipica delle lesioni aterosclerotiche. Il cacao ha effetti simili all’aspirina sulla funzionalità piastrinica e gli effetti congiunti del cacao e dell’aspirina sono di natura additiva, suggerendo una migliore prevenzione della formazione del coagulo offerta dal cacao. Il cioccolato ha un duplice effetto sulle piastrine: non solo riduce l’aggregazione piastrinica ma ne riduce anche il fenomeno dell’adesione. In studio è stato visto sia a livello sperimentale, su modelli di cellule endoteliali da aorta umana, che a livello clinico come il consumo di cioccolato con alto contenuto di procianidine abbia significativamente abbassato i livelli di leucotrieni e aumentato i livelli di prostaciclina rispetto ad un gruppo che consumava un cioccolato a basso contenuto di procianidine.
Effetti antidiabetici
Sono stati tentati numerosi approcci per migliorare la sensibilità all’insulina nei diabetici., la quale parzialmente fa affidamento sull’assenza di biodisponibilità del nitrossido nelle cellule endoteliali. Quindi i flavonoli presenti nel cacao e/o cioccolato possono ridurre la resistenza all’insulina migliorando la biodisponibilità di NO. Infatti sia una riduzione della resistenza che un aumento della sensibilità a questo ormone sono state osservate dopo ingestione di cioccolato ricco di flavonoli in soggetti sani e in pazienti ipertesi. Un altro studio ha dimostrato un impatto positivo sulle risposte di glucosio e insulina dopo un test da carico orale di glucosio, in soggetti adulti ipertesi con ridotta tolleranza al glucosio, a seguito di ingestione di cioccolato particolarmente ricco in flavonoli.
Effetti anti-obesità
L’obesità è uno dei principali fattori di rischio nello sviluppo di malattia cardiovascolare o CVD. In uno studio una dieta ad identico alto contenuto di grassi, con o senza cacao, è stato alimentata ai ratti per tre settimane. Il gruppo con consumo di cacao ha portato ad una significativa diminuzione del peso corporeo totale, peso del tessuto adiposo bianco mesenterico e decremento dei trigliceridi serici. Quando l’analisi del DNA è stata effettuata su campioni di tessuto di fegato e di grasso mesenterico, i risultati hanno mostrato una riduzione dell’espressione di vari geni associati al trasporto di acidi grassi e della loro biosintesi nel fegato e nel grasso mesenterico e una aumentata espressione di geni associati alla termogenesi.
Effetti antistress
Ci sono diversi composti bioattivi definiti come “marijuana-mimetici” nel cioccolato che possono promuovere lo stato di attenzione e vigilanza e ne giustificano la dipendenza, fra i quali ricordiamo l’anandamide.
Anche uno studio fatto in Svizzera ha confermato che il cioccolato allevia lo stress. Dopo 14 giorni di ingestione di cioccolato fondente, l’analisi dei parametri di stress negli adulti che esibivano profili di ansia elevati era diventato paragonabile a quello di soggetti a basso indice di stress. Il cioccolato influisce sui livelli di stress inducendo anche la produzione di serotonina, noto neurotrasmettitore ad effetto calmante ed anti-ansia.
Effetti anti-infiammatori sperimentali e risultati da trials clinici controllati
Il cioccolato inibisce le vie sia della lipossigenasi, direttamente legandosi ai siti attivi degli enzimi specifici di questo via metabolica, che della ciclossigenasi esercitando in tal modo azioni di tipo sia anti-infiammatorie che antiaggreganti piastriniche, come prima ricordato. E’ stato visto come i flavanoli contenuti nel cacao hanno forti proprietà antinfiammatorie in vitro. Se anche questi effetti sono stati osservati principlamente in vivo, il consumo di cacao può contribuire alla prevenzione o al trattamento delle malattie mediate dall’infiammazione cronica.
Una importante revisione critica ha giudicato la prova di tali effetti verificatisi dopo il consumo di cacao. Come metodologia una ricerca bibliografica è stata eseguita su Medline per studi clinici controllati randomizzati (RCT) che hanno studiato gli effetti del consumo di cacao sui biomarcatori infiammatori.
Come risultato 33 RCT sono stati inclusi, tra cui 9 studi attuati con somministrazione di un bolo di cacao o cioccolato e 24 studi basati su un loro consumo regolare.
Il consumo acuto di cacao diminuiva le molecole di adesione e i leucotrieni della serie C4, D4 ed E4 nel siero, l’attivazione nei leucociti del fattore nucleare NF-kB, nota citochina pro-infiammatoria, e l’espressione di P-selectina, E-selectina su monociti e neutrofili. In soggetti sani e in pazienti con malattie cardiovascolari, la maggior parte delle prove basate sul consumo regolare di cacao non ha trovato particolari cambiamenti tranne che per un numero ridotto di micro-particelle endoteliali, ma diversi marcatori di infiammazione cellulare e umorale sono comunque diminuiti nei pazienti affetti da diabete di tipo 2, come pure i valori di glucosio a digiuno.
Le conclusioni però di questa vasta analisi statistica degli studi disponibili sono che il consumo di cacao ricco in flavanoli può ridurre l’infiammazione, con un meccanismo imputabile probabilmente ad una ridotta attivazione di monociti e neutrofili. Questo può prevenire o addirittura ridurre i l’infiammazione cronica a livello dei vasi sanguigni, che risulta un input per lo sviluppo della placca ateroma sica, e l’efficacia di questa misura dipende probabilmente dall’entità dell’infiammazione vascolare, ma anche dalla tipologia di prodotto di cacao utilizzato.
Tuttavia la prova certa per gli effetti anti-infiammatori di un consumo regolare di cacao è attualmente abbastanza bassa, anche se per i soggetti affetti da malattie cardiovascolari si presenta in modo più consistente, probabilmente per l’effetto esercitato a livello vascolare della produzione e disponibilità di ossido nitrico (NO) menzionato in precedenza.
Ulteriori RCT basati sui marcatori di infiammazione con esito primario sono però necessari. Questi dovrebbero investigare specifici marcatori di attivazione dei leucociti non solo nel siero o plasma, ma anche nelle cellule leucocitarie stesse. Soggetti affetti da bassa infiammazione cronica basale sono di grande interesse, così come le situazioni accompagnate da un aumento del carico infiammatorio (ad es., stato post-prandiale, test di tolleranza al glucosio orale, ecc.).
In prospettiva futura tutti gli studi dovrebbero essere “ciechi” sia per i ricercatori che per i partecipanti e dovrebbe essere rispettata in modo il più possibile uniforme la tipologia del cacao determinato a migliorare la qualità degli studi (es concentrazione effettiva di flavonoli, epacatechine, procianidine, ecc).
Cacao e recupero di esercizio
È stato documentato che con la supplementazione di cioccolato prima dell’esercizio fisico si ottiene un rapido recupero post-esercizio con cambiamenti fisiologici e metabolici. I livelli di glucosio plasmatico nei soggetti reclutati nello studio aumentarono significativamente a 15 minuti dopo assunzione di cioccolato e rimasero a livelli moderatamente alti fino a 30 minuti dopo un’ora di esercizio se confrontati con i livelli di glucosio del gruppo trattato con placebo.
Come descritto è possibile che ci siano prove scientifiche tali da giustificare che consumare una quantità moderata (pari a circa 25-30 g) di cioccolato nero quotidiano abbia effetti salutistici. Tuttavia la critica principale contro il consumo di cioccolato per il beneficio terapeutico è sempre l’alta quantità di zucchero e di trigliceridi che deve essere consumata per raggiungere ciò che è stato dimostrato essere una dose potenzialmente terapeutica; ciò porta al fatto che una persona dovrebbe quindi compensare le calorie aggiuntive aumentando la quantità di esercizio fisico quotidiano o una riduzione dell’apporto calorico derivante da altri grassi, dolci o carboidrati a rapido assorbimento per prevenire l’obesità e i rischi metabolici e cardiovascolari ad essa correlati.
Le prove attuali suggeriscono che gli effetti benefici del cioccolato sono attribuiti principalmente al suo contenuto in flavonoli, in particolare l’epicatechina.
Quindi, in determinati casi una dieta con una diretta integrazione con flavonoli, invece di cioccolato, può meritare ulteriori studi.
Inoltre ulteriori osservazioni e / o interventi su larga scala in studi eseguiti da fonti non distorte (es. non supportate da aziende produttrici di cacao o cioccolato) sono prima necessari in maniera tale che i medici e i professionisti della salute possano assolutamente raccomandare “una adeguata dose di cioccolato al giorno” ai loro pazienti. Inoltre va detto anche che i prodotti utilizzati negli studi controllati spesso contengono un contenuto in polifenoli molto più alto rispetto alla maggior parte dei prodotti disponibili in commercio.
Crediti foto: 123rf.com / Sea Wave
Bibliografia consultata
1. Pearson DA, Paglieroni TG, Rein D, et al, The effects of flavanol-rich cocoa and aspirin on ex vivo platelet function. Thromb Res. 2002;106:191-7.
2. Rein D, Paglieroni TG, Wun T, et al, Cocoa inhibits platelet activation and function. Am J Clin Nutr. 2000;72:30-5.
3. Hermann F, Spieker LE, Ruschitzka F, et al, Dark chocolate improves endothelial and platelet function. Heart. 2006;92:119-20.
5. Schramm DD, Wang JF, Holt RR, et al, Chocolate procyanidins decrease the leukotriene-prostacyclin ratio in humans and human aortic endothelial cells. Am J Clin Nutr. 2001;73:36-40.
6. Grassi D, Desideri G, Necozione S, et al, Blood pressure is reduced and insulin sensitivity increased in glucose-intolerant, hypertensive subjects after 15 days of consuming high-polyphenol dark chocolate. J. Nutr. 2008; 138:1671-6.
7. Zurer, P. Chocolate may mimic marijuana in brain. Chem Eng News. 1996;74:31-2.
8. Martin FPJ, Rezzi S, Pere-Trepat E, et al., Metabolic Effects of Dark Chocolate Consumption on Energy, Gut Microbiota, and Stress-Related Metabolism in Free-Living Subjects. J. Proteome Res. 2009;8:5568-79.
9. Ryan DH, Diabetes Prevention Program Research Group. Diet and exercise in the prevention of diabetes. Int J Clin Pract. 2003;134:28-35.
10. Ellinger S, Stehle P. Impact of cocoa consumption on inflammation processes—a critical review of randomized controlled trials Nutrients 2016, 8, 321;