Come cavarsela?
«La vita debb’essere vera vita, o la morte la supera incomparabilmente di pregio.»
Operette morali – G. Leopardi
Il focolaio di COVID-19 fornisce una “piattaforma” unica per studiare i cambiamenti comportamentali delle persone.
La nostra società si trova di fronte a informazioni piuttosto contrastanti, in parte perché la conoscenza della malattia emergente si sta evolvendo, in parte perché è la prima volta che proviamo questa esperienza, e l’esperienza di per sé genera conoscenza sulle strategie efficaci a contrastare la minaccia virale.
La nuova epidemia di coronavirus ha portato un grave impatto psicologico sociale al popolo cinese e italiano, in particolare alle persone in quarantena e, quindi, con un accesso limitato alla comunicazione “faccia a faccia”.
Il nuovo modello di intervento di crisi psicologica
Per affrontare meglio i problemi psicologici urgenti delle persone coinvolte nell’epidemia di COVID-19 è stato sviluppato in Cina un nuovo modello di intervento di crisi psicologica utilizzando la tecnologia Internet che integra medici, psichiatri, psicologi e assistenti sociali nelle piattaforme per effettuare un intervento psicologico ai pazienti, alle loro famiglie e al personale medico.
Pertanto, le risposte psico-comportamentali della popolazione generale svolgono un ruolo importante nel controllo dell’allarmismo virale.
Il problema principale è la novità inaspettata, la totale assenza di sistemi volti alla salute mentale che sono specifici di questo periodo nonché la carenza di un supporto psicosociale con la mancanza di psichiatri e/o psicologi ben addestrati nelle regioni colpite. Questo ha aumentato i rischi di disagio collettivo e di progressione verso psicopatologie.
In questa fase, l’intervento di crisi psicologica dovrebbe includere due attività simultanee:
1) intervento che concerne la paura della malattia, effettuato principalmente da medici assistiti da psicologi o psichiatri;
2) intervento sulle difficoltà nell’adattamento, soprattutto da parte di psicologi sociali. (I problemi mentali più gravi, come violenza, comportamenti suicidi etc., devono essere gestiti da psichiatri.)
I cambiamenti comportamentali sono associati anche al governo di una nazione, al livello di coinvolgimento, alla percezione di gravità della malattia, al vissuto della fase epidemica e via dicendo.
Esperienze virali pregresse e istituzione di meccanismi di risposta alla minaccia virale
Anche nel modello italiano si è proceduto a isolare le persone infette, tracciare e mettere in quarantena i loro contatti stretti, e promuovere comportamenti precauzionali tra il pubblico in generale. Ma tutto questo ha dei risvolti psicologici, soprattutto negativi se la società non ha preso mai in considerazione, nella propria mentalità sociale, il concetto di prevenzione e cura della minaccia virale in una dimensione collettiva, molto differente dalle tradizionali patologie circoscritte su un particolare territorio o luogo.
Il governo di Taiwan, ad esempio, ha appreso dall’esperienza SARS del 2003 e ha istituito un meccanismo di risposta alla salute pubblica per consentire azioni rapide per questa crisi, attivando strutture di gestione delle emergenze per affrontare l’epidemia.
Durante una crisi, i governi spesso prendono decisioni difficili con incertezza e vincoli temporali. Sono di vitale importanza decisioni appropriate e sensibili congruenti al contesto culturale di una popolazione. Attraverso il riconoscimento precoce della crisi con briefing quotidiani con il pubblico e semplici messaggi sulla salute, il governo di Taiwan è stato in grado di rassicurare il pubblico fornendo informazioni tempestive, accurate e trasparenti sull’epidemia in evoluzione.
La trasparenza temporale è stato il punto di forza. Taiwan ha saputo reagire in modo impeccabile e con perizia al Covid-19, rappresentando così un esempio di come una società – tramite la comprensione, l’adattamento e la flessibilità basata sulla presa in carico di modelli e strategie di fronteggiamento – possa rispondere rapidamente a una crisi e proteggere gli interessi dei suoi cittadini.
La Negative Capability, ovvero gestire le incertezze connesse al cambiamento
A livello individuale, durante il periodo di crisi epidemiologica, bisogna fornire degli “strumenti cognitivi” finalizzati al maggior controllo e gestione delle emozioni implementando il senso di sicurezza minacciato dall’agente virale “invisibile”. Necessita uno scudo, una protezione altrettanto invisibile, ma non per questo non percepibile o inefficace.
La Negative Capability (NC), di Wilfred Bion, è la dote fondamentale dell’uomo di risolvere problemi e superare le difficoltà. È un modus-pensandi contrapposto a chi vuole risolvere i problemi in maniera immediata e di far centrare i suoi pensieri perfezionisti nei propri obiettivi o bisogni (spesso secondari) di vita.
La NC è la sensazione dell’imprevisto, l’esplorazione di un nuovo luogo mentale, un’arma contro ansie, angosce e dubbi
Secondo questo principio solo chi ha la capacità di rimanere nell’incertezza e nel dubbio dei fatti “accettandoli” può affrontare la realtà.
La “ragione” si acquisisce “r-a-l-l-e-n-t-a-n-d-o” quel meccanismo che ci spinge ad “aggiustare tutto e subito” per far continuare la ruota delle abitudini apprese.
Non si tratta, dunque, di piegare la realtà alle nostre incertezze, risolvendo ogni cosa alla velocità di un click (come l’attuale società ci ha insegnato), ma è un atteggiamento che “ricerca la quiete” affrontando i problemi con l’aiuto di quella creatività che consente di fronteggiare nel miglior dei modi il problema imprevisto, ovvero non previsto nella nostra pianificazione futura.
La Negative Capability non è la matematica, il calcolo, la misura esatta dei nostri ragionamenti, ma è la geometria della creatività non definibile, la genesi di nuove strutture di pensiero che devono adattarsi ad un nuovo contesto ambientale e che possono, da tale contesto, generarne uno nuovo arricchendolo.
Per esempio:
1 – far percepire ai propri figli un senso integro di sicurezza tramite un atteggiamento sicuro e non lamentoso;
2 – coinvolgerli in nuovi giochi senza farli cadere nella routine (l’imprevisto in questo caso funziona!),
3 – investire il proprio tempo in impegni casalinghi lasciati in sospeso,
4 – allenarsi (alcune ricerche riferite proprio ai periodi pandemici riferiscono il valore positivo dell’attività fisica sulla salute mentale!) e alimentantarsi bene.
5 – assumere nuovi ruoli in casa (cuoco, elettricista, giardiniere, etc.) e così via.
La base di tutto questo dev’essere la strutturazione di micro-obiettivi quotidiani racchiusi in un’immagine: costruitela e fissatela in testa la sera prima (domani farò….immagine) e richiamatela alla mente appena svegli.