La “scoperta” dell’ossido nitrico è valsa l’assegnazione del premio Nobel a tre ricercatori che, in momenti diversi, lo hanno studiato e questa sostanza è legata a doppio filo proprio ad Alfred Nobel, l’inventore della dinamite. Il poliedrico Svizzero aveva infatti trovato il modo di stabilizzare la nitroglicerina dell’italiano Sobrero, sostanza notoriamente instabile.
Questi aveva notato come lavorare con la nitroglicerina portasse a dei forti mal di testa e lo stesso fece Nobel, ma proprio nei suoi stabilimenti gli operai cardiopatici avevano (anche) un’attenuazione della sintomatologia dolorosa che nel week-end, quando erano lontani dalla fabbrica, riappariva: erano proprio i vapori della nitroglicerina che rendevano più sopportabile l’angina pectoris.
Questo portò gli studiosi dell’epoca a commercializzare un derivato della nitroglicerina che potesse essere somministrato ai cardiopatici, la trinitrina: Nobel, però, ben consapevole dei danni che poteva procurare “normalmente”, si rifiutò di assumerla per bocca e, probabilmente, si accorciò la vita per questo infondato timore.
Nobel è anche collegato alla storia di Louis Ignarro, biochimico statunitense di origine italiana che è uno dei tre ricercatori insigniti proprio del Nobel per gli studi sull’ossido nitrico. Ignarro sin da bambino si interessò alla chimica, in particolar modo agli esplosivi, e nei suoi studi trovava spesso il nome dello svedese. Dopo numerosi esperimenti che avevano causato un certo numero di danni alla sua casa di famiglia, Ignarro spostò il suo interesse sulla farmacologia e sulla fisiologia cardiaca, non dimentico dell’altro utilizzo della nitroglicerina del quale aveva letto sempre in relazione a Nobel.
Dopo moltissimi anni di ricerche, forte anche delle esperienze di altri due studiosi, riuscì a provare che la sostanza che agiva sulla dilatazione vascolare era l’ON (Ossido Nitrico). Va ricordato che per anni la comunità scientifica lo aveva ridicolizzato per le sue ipotesi! Elencare le potenzialità dell’ON sarebbe troppo lungo, ma basti ricordare che i suoi effetti sull’apparato cardiovascolare sono molteplici ed importantissimi, per non parlare del suo effetto sul deficit erettile: le famose pilloline blu non fanno altro che inibire le fosfodiesterasi V, che a loro volta inibirebbero proprio l’ON.
La più corposa secrezione di ON consente, tramite l’attivazione di ulteriori meccanismi fisiologici, la necessaria distensione della muscolatura liscia degli organi sessuali con conseguente maggior afflusso sanguigno e relativi fenomeni correlati. Una cosa va comunque chiarita: sebbene questa categoria di farmaci abbia rivoluzionato la terapia del deficit erettile, non curarsi delle cause che in primis hanno determinato un simile stato di cose non porta lontano.
Lo stile di vita inadeguato che ha cagionato tale situazione, col passare del tempo non farà che peggiorare il già compromesso sistema cardiovascolare così utile al corretto funzionamento degli organi sessuali di entrambi i sessi: l’aterosclerosi andrà aumentando l’ostruzione dei vasi sanguigni, il flusso ematico sarà sempre più insufficiente ed il rilascio di ossido nitrico sempre più compromesso. Infatti una scorretta alimentazione, il fumo e la sedentarietà, porteranno anche ad uno stato di infiammazione generale, all’obesità, al diabete, tutte patologie che diminuiscono drammaticamente la disponibilità di ossido nitrico.
Non occorre sottolineare come questo vada a scapito non solo delle potenzialità sessuali, ma anche e soprattutto del sistema circolatorio in generale, come già sottolineato. Un certo numero di esperti ritiene addirittura che un deficit erettile che si presenta prima dei 45/50 anni sia sicuramente un segnale di una patologia vascolare non diagnosticata e suggeriscono di indagare immediatamente il soggetto in questione per prevenire un quasi certo problema cardiaco in fieri.
Diminuire l’eccesso calorico, limitando le quote di grassi saturi e zuccheri semplici ed aumentando l’apporto di omega-3 e verdure ed eliminando grassi idrogenati e bevande inutili è il primo passo da compiere, in unione con una sostenuta attività motoria.
Non dimentichiamo infatti che un altro dei modi per incrementare l’ossido nitrico è attraverso il massiccio afflusso sanguigno che ne consegue, grazie allo shear-stress che colpisce le pareti vascolari. Per completare l’opera, possiamo utilizzare anche una serie di supplementi specifici come citrullina, picnogenolo e molti altri e magari anche pre e probiotici, altre armi a nostra disposizione nell’ottica di un corretto approccio anti-aging, purtroppo ancora non tenuti nella sufficiente considerazione.
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