La metformina, mio nuovo grande amore
Articolo complesso, che non voglio tradurre in “spicciolini”, facciamo in modo che questo articolo vi induca ad approfondimenti scientifici individuali.
Oggi più che mai ve n’è grande bisogno.
Esistono delle affinità metaboliche tra virosi Covid-19 e tumori.
Segnali pro-infiammatori indurranno un passaggio metabolico nelle cellule mieloidi e linfoidi del sistema immunitario con conseguente upregulation della glicolisi aerobica in modo simile all’effetto Warburg, descritto nelle cellule tumorali.
La metformina è un composto clinicamente ben consolidato per il controllo del metabolismo del glucosio
È una biguanide ampiamente utilizzata nel diabete mellito di tipo 2 (T2DM). La persistente resistenza all’insulina e l’insufficienza progressiva delle cellule beta portano a un aumento della concentrazione plasmatica di glucosio (iperglicemia), con una grande componente infiammatoria al centro della patologia e progressione della malattia dismetabolica.
L’IL-1β (interleuchina -1b) proinfiammatoria, non solo induce l’apoptosi nelle cellule beta del pancreas, ma contribuisce anche alla resistenza all’insulina.
La metformina è la prima linea del trattamento antidiabetico orale e viene utilizzata per la sua capacità di controllare il metabolismo del glucosio alterato.
Dopo il trattamento iniziale, la metformina di solito fa parte delle successive terapie di combinazione.
La metformina agisce riducendo la gluconeogenesi epatica e migliorando l’assorbimento del glucosio
Studi recenti indicano modalità d’azione antinfiammatorie della metformina.
Essa inibisce la catena di trasporto degli elettroni mitocondriali nel complesso i (nadh: ubichinone-ossidoreduttasi). La prima prova che la modulazione della catena di trasporto degli elettroni può alterare la risposta delle cellule infiammatorie proviene dalla dimostrazione che la metformina inibisce le specie reattive dell’ossigeno (ROS) generate attraverso il trasporto di elettroni, inibendo la produzione di IL-1β nei macrofagi attivati da LPS (lipopolisaccaride).
L’inibizione del complesso porta a una riduzione della produzione di ATP intracellulare rilevata dalla proteina chinasi attivata da AMP (AMPK). La conseguente sovraregolazione dell’attività dell’AMPK influisce sui livelli di colesterolo e trigliceridi e stimola l’ossidazione degli acidi grassi mentre inattiva l’Acetil-CoA carbossilasi (ACC), un enzima che limita la velocità per la sintesi degli acidi grassi.
Pertanto, l’attivazione di AMPK da parte della metformina può, almeno in parte, fornire il meccanismo per la riduzione osservata del grasso viscerale mediata dalla metformina e l’upregolazione degli enzimi correlati all’ossidazione degli acidi grassi.
Metformina, effetto antinfiammatorio e COVID-19
Un effetto antinfiammatorio è stato anche dimostrato in modelli di lupus eritematoso sistemico (LES), colite, artrite autoimmune sperimentale (EAE) e obesità, tutti elementi che indicano il potenziale di metformina come agente antinfiammatorio che agisce attraverso un metabolismo alterato nel sistema immunitario.
Come ben sapete, COVID-19 agisce anche attraverso l’effetto tossico-distruttivo del sistema immunitario attivato dal virus.
Metformina potrebbe essere un supplemento farmacologico essenziale per ripristinare le giuste vie metaboliche finalizzate alla guarigione.