A metà ottobre ha avuto luogo a Roma, nella prestigiosa cornice del Foro Italico, la presentazione di Agemony ed avendo io parlato dei benefici dell’attività sportiva ai fini della funzionalità cerebrale, ho pensato di scrivere due righe su un argomento correlato.
Un recente studio di metà 2017 effettuato su soggetti di ambo i sessi (50/83 anni di età) ha mostrato come coloro i quali avevano una maggiore frequenza di attività sessuale esibissero punteggi generali superiori in un noto test cognitivo (in particolar modo nella fluenza verbale ed abilità visuo-spaziali): gli autori citano tra le ragioni di queste prestazioni la possibile influenza sul cervello di correlati fisiologici della attività sessuale come testosterone ed ossitocina, od anche gli effetti della dopamina. Gli stessi due ricercatori nel 2016 avevano eseguito un altro studio su circa 7000 soggetti 50/89enni, rilevando una marcata correlazione tra attività sessuale e ritenzione di sequenze di numeri nonché migliori risultati in test di memoria, con una significatività di p>000.1, quindi statisticamente molto elevata.
Le possibili spiegazioni sono le medesime, ma è molto importante sottolineare come i risultati restassero uguali anche valutando diverse variabili, compresa quella che, da sola, basterebbe a chiarire la maggior “vitalità” dei soggetti, l’attività fisica, che li farebbe presupporre in miglior forma generale e cardio-vascolare!
Una interessante ricerca italiana affronta la questione da un altro punto di vista, esaminando dei pazienti di medici “generalisti” la cui età va dai 65 ai 106 anni (!): in entrambi i sessi (ma ancor più nelle donne) il funzionamento cognitivo riveste un ruolo significativo nel mantenimento dell’interesse sessuale di queste persone “diversamente giovani”.
Da un’ulteriore prospettiva ancora, uno studio olandese, effettuato su soggetti di 71 anni di età media, ha mostrato come le persone che danno poca importanza alla sessualità ottengano punteggi più bassi in numerosi parametri cognitivi. L’interpretazione di dati meramente correlazionali va sempre valutata con cautela, come sottolinea uno degli autori di alcuni studi appena citati, il quale aggiunge: “ora dobbiamo chiarire se sia il praticare attività sessuale a portare a migliori prestazioni cognitive od il contrario, ovverosia che i soggetti che esibiscono un miglior funzionamento cognitivo sono quelli che tendono a rimanere sessualmente più attivi anche nelle fasi di vita più avanzate…”.
Allora torniamo all’argomento trattato a Roma: probabilmente chi mantiene una miglior forma fisica grazie ad uno stile di vita attivo e ad una alimentazione corretta ha migliori prestazioni a tutti i livelli, muscolare, cardio-vascolare, cerebrale ed anche sessuale, però il miglioramento dei correlati fisiologici sopra descritto ed apportato dalla pratica sessuale stessa, è comunque una buona scusa per praticarla più spesso.
[Photo Credits in copertina health.com, all’interno in ordine sixtyandme.com, Ansgar Photography/Corbis, newsonia.com]