Medicina di Genere, salute mentale e differenze uomo-donna

La salute mentale da sempre ha costituito un terreno fertile per sviluppare le differenze pregiudiziali tra uomini e donne

Prima parte

Parlare di differenze di genere potrebbe significare un approfondimento di un solco già segnato dalla storia della psichiatria a partire dall’800.

A quell’epoca gli studi sull’isteria e sulle differenze tra uomini e donne segnalavano una maggiore presenza delle donne nell’area dei disturbi psichici e una presenza specificamente connotata sul versante dell’eziologia biologistica.

Gli studi di Charcot indicavano infatti che l’isteria femminile, presente nell’80% dei casi complessivi di isteria, mostrava una eziologia fondata sugli eventi biologici e affettivi (gravidanza, parto, menopausa, ecc.) mentre l’isteria maschile presente solo nel 20% dei casi era principalmente connotata da una serie di eventi traumatici collegati alla sfera socio-lavorativa.

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Un nuovo modo di valutare i problemi psichici di genere

Parlare di differenza in questo ambito significava e significa ancora oggi, se guardiamo alle statistiche mondiali ed europee del 1998, parlare di prevalenza delle donne nell’area dei disturbi psichici e in particolare in quell’area segnalata come la più preoccupante ed estesa per la salute pubblica che è la depressione.

Ma se ci fermassimo solo a parlare di statistiche e di prevalenza delle donne in questo campo, forse non avremmo fatto molti passi avanti rispetto alla proto-psichiatria di Charcot.

La valutazione della differenza di genere non può essere individuata come finora si è fatto in psichiatria nelle variazioni ormonali del corpo femminile considerando la donna come presenza di variazione e l’uomo come assenza di variazione.

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Non è solo una questione di differenza ormonale

Questo è chiaramente un artefatto: in realtà vi sono variazioni ormonali e cieli cronobiologici per uomini e donne. Diciamo che quello delle donne è più studiato solo perché ad esso è collegata la più impegnativa attività riproduttiva.

Il pregiudizio sessista della psichiatria ha sviluppato un costrutto ideologico che è partito dalla variabilità ormonale della donna, è passato attraverso la considerazione della esclusività di questa variabilità, ed è giunto alla determinazione che questa variabilità fisiologica fosse responsabile di stati psichici patologici caratterizzati da oscillazione e variazioni di umore.

La psichiatria ha così posto questa variabilità propria della fisiologia e della normalità di funzionamento del corpo femminile come primo fattore di rischio e come primo fattore eziologico nella prevalenza della depressione e di altri disturbi psichici.

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La donna è stata più studiata dell’uomo in questo campo portando a conclusioni compromissorie dell’immagine sociale

Una operazione così ampia e così ben riuscita, non ha trovato corrispondenza nel campo maschile. L’aggressività, la violenza, la condotta antisociale, pure inserite, in omaggio a una male intesa differenza di genere, nel novero delle sofferenze psichiche e delle patologie, non hanno avuto gli stessi effetti di danno per la salute e per l’immagine sociale com’è successo per il genere femminile.

Tant’è che più spesso gli uomini “criminali” si sono rivolti alla psichiatria per avere un alleato nella riduzione delle proprie responsabilità e colpe.

Come nella medicina generale si è assistito a un processo di medicalizzazione impropria delle tappe fisiologiche della vita della donna, così anche la psichiatria dal canto suo ha operato nel senso di una psichiatrizzazione della fisiologia femminile: questa operazione ha trovato nella patologia depressiva la sua massima espressione.

Questa premessa è essenziale per iniziare un discorso non confusivo sulla differenza di genere all’interno della psichiatria.

Quadro del pittore Vito Giarrizzo, White Heads

Occorre riequilibrare la differenza di genere in psichiatria

Nostro obiettivo è riequilibrare la presenza delle donne nell’area della patologia psichica, non negando la sofferenza, che non a caso oggi è maggiore e prevalente, ma attribuendola a cause più appropriate su cui sia possibile lavorare senza rivolgersi a eziologie speciali, che altro non sono che discriminatorie e sessiste.

Questa operazione è propria di una medicina di genere corretta e non, come oggi sempre più spesso succede, travestimento di vecchi pregiudizi.

La medicina di genere che colga realmente i problemi delle donne deve avere la caratteristica principale di illuminare le eziologie psico-sociali finora nascoste dietro un male inteso biologismo, con la finalità di raggiungere un’efficace prevenzione.

Lo stile di vita è l’aspetto più importante in prevenzione

La prevenzione, non dimentichiamolo è l’obiettivo di una medicina consapevole che le malattie non si battono sul terreno della cura, anche se essa è indispensabile, ma sul terreno della conoscenza delle cause e dei fattori eziologici, e in particolare della conoscenza di quelle cause su cui è possibile agire nella vita quotidiana da parte delle singole persone ( stili di vita, comportamenti salutari, ecc.).

 

Fine prima parte

 

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