Irrinunciabile simbolo di femminilità da secoli
Enfatizzandone la bellezza e lo slancio dato alla figura femminile, la nota attrice Marilyn Monroe, icona dello spettacolo e della moda, sosteneva che “tutte le donne devono molto a chi inventò i tacchi alti”.
Amati e odiati, i tacchi rappresentano un must have della moda femminile da secoli, in particolare dal 1500 quando la regina Elisabetta I si rifiutava di presentarsi in pubblico senza, dato che slanciavano la sua figura dandole un portamento impeccabile.
Oggi ogni donna ha nel suo guardaroba un paio di scarpe con tacchi alti, consapevole della loro eleganza, ma anche del discomfort che segue ad averle portate per una giornata intera.
Cosa succede con l’uso prolungato di calzature troppo alte?
In realtà, come si può intuire portare i tacchi alti non è proprio benefico, né per il piede né per la circolazione né la postura generale. E accelera i disagi naturalmente dovuti al passare del tempo. Vediamo perché.
Calzature che dislivellano il tallone dalla punta del piede di tre-quattro cm (in poi) a lungo termine inducono cambiamenti globali, sia in termini di postura che a livello fisiologico.
Iniziamo dai primi. A causa della posizione del piede, il corpo viene ad inclinarsi in avanti in proporzione all’altezza del tacco: poiché non possiamo camminare in questa posizione, il sistema tonico-posturale deve trovare delle compensazioni, stabilendo un nuovo equilibrio.
A tale scopo i muscoli della catena posteriore si accorciano, e quelli della catena anteriore vengono messi in tensione dall’allungamento forzato, con cambiamento nell’inclinazione pelvica. La variazione del bacino modifica a sua volta la tensione esercitata sui legamenti uterini, sulla vescica e sul sistema vascolare a livello del passaggio inguinale.
Un sovraccarico funzionale che crea varie problematiche all’intero corpo
La funzionalità del sistema di ammortizzamento dell’arto inferiore, dell’anca e della colonna vertebrale viene ridotta, con sovraccarico funzionale che interessa l’apparato muscolo-scheletrico e le articolazioni, e nel tempo accentua la degenerazione cartilaginea, la formazione di artrosi e la rigidità muscolare.
Se nelle donne che già mostrano un’accentuazione della lordosi lombare, essa aumenterà ancora con discopatie ed eventuale listesi vertebrale, nel caso di soggetti con ipercifosi dorsale, l’incremento della curva determinerà iperstensione del ginocchio e compressione cervico-dorsale.
Questo schema generale può causare o aggravare lombalgie, dorsalgie, gonalgie, disordini mestruali e circolatori agli arti inferiori (soprattutto considerando che la maggior parte delle persone passa molte ore al giorno in posizione seduta).
Inoltre, la tensione muscolare ascenderà lungo la colonna vertebrale coinvolgendo il tratto cervicale con possibili effetti a distanza quali cervicalgie, mal di testa, disturbi visivi e malocclusione.
Cosa succede a livello del piede se si indossano i tacchi alti a lungo?
Le scarpe con il tacco riducono la flessibilità e il regolare movimento ondulatorio del piede, grazie al quale il peso cade prima sul tallone e da lì raggiunge l’avampiede e le dita, con propulsione finale data dall’alluce.
Usando i tacchi alti il peso grava anteriormente, senza movimenti elicoidali corretti.
Scarpe con tacchi fini, e suola piatta senza plateau aggravano questo fenomeno portando alla deformazione permanente dell’arco plantare, flessione delle dita del piede con abbassamento dei metatarsi e formazione di callosità nella parte anteriore del piede.
Complicazioni dolorose agli arti inferiori
Si può arrivare a complicazioni dolorose, che includono lo sviluppo di unghie incarnite, la formazione del neuroma di Morton a livello del terzo e quarto metatarso e il valgismo dell’alluce, che, oltre all’aspetto antiestetico, risulta doloroso e può modificare la posizione delle altre dita con sovrapposizione delle stesse.
Infine, l’assenza del normale movimento di “rullaggio” del piede impedisce la cosiddetta pompa plantare, che grazie alla contrazione e rilasciamento ritmico della muscolatura della gamba e del piede permette il normale ritorno veno-linfatico, favorendo la formazione di telangectasie e varicosità agli arti inferiori.
Quali contromisure possiamo adottare per prevenire queste condizioni?
1. Per la vita quotidiana scegliere calzature non rigide, con tacchi non troppo vistosi e con plantare interno o plateau in modo da rialzare l’avampiede, evitando quelle a punta e preferendo scarpe che accolgano la pianta del piede senza costrizioni.
2. Camminare a piedi scalzi ogni giorno, in modo da lasciare il piede libero di compiere i suoi movimenti normali.
Ideale approfittare del bel tempo per passeggiare sulla spiaggia.
In palestra si può fare attività aerobica a basso impatto, scegliendo esercizi nei quali è possibile rullare completamente il piede sotto gravità (ad esempio camminata sportiva sul tapis roulant). Si può introdurre anche l’attività in piscina per sfruttare il micromassaggio esercitato sull’arto inferiore, per promuovere la circolazione.
3. fare ogni giorno esercizi di stretching della muscolatura posteriore (gastrocnemio, muscoli della coscia, muscoli lombari), sia analitici che in postura.
Utile anche utilizzare il separadita da smalto, che tenuto per qualche minuto aiuta a rilasciare la muscolatura intrinseca del piede.
Bene anche l’automassaggio della volta plantare con pallina propriocettiva, seguito da trazione ritmica delle dita per elasticizzare la fascia plantare e il muscolo flessore lungo delle dita.
A questi esercizi si può associare la ginnastica posturale per agire sulle compensazioni.
4. Esercizi di mobilizzazione della caviglia, prima passivi, poi attivi in flesso-estensione del piede tenendo gli arti inferiori sollevati per qualche minuto, in modo da favorire il reflusso veno-linfatico.
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