Riprendiamo oggi il discorso iniziato nel mio precedente articolo che potete leggere qui Figli e Sport straordinaria risorsa, rispondendo alla domanda-chiave dei genitori in sede medico-sportiva.
Esistono sport che promuovono la crescita?
Quesito che è la summa in realtà di altrettante questioni similmente poste, come ad esempio il ruolo dei sovraccarichi nello sviluppo verticale.
Per rispondere dobbiamo distinguere i tre processi fondamentali della cosiddetta crescita, in costante interdipendenza con l’attività agonistica:
Accrescimento – sviluppo verticale e tissutale, con forte influenza sulle capacità motorie.
Sviluppo – programmato geneticamente e quindi soggettivo, anche nella durata (dai 18 mesi ai 5 anni), inizia con l’età puberale e termina con la fine dell’adolescenza. Determina in gran parte le performance sportive.
Adattamento – risultato di fattori esterni come alimentazione, stile di vita, stress e attività praticata.
L’attività fisica è uno strumento potente
La buona salute dell’asse GH/IGF-1 è fattore indispensabile per esprimere ottimamente il potenziale genetico di vostro figlio/a, e non penso di aggiungere niente di nuovo affermando che una pratica sportiva regolare promuova tale condizione. Si può quindi affermare che lo sport promuova un corretto sviluppo in senso assoluto?
Affatto, sarebbe una leggerezza colossale. Ogni età ha le sue prerogative, ogni parametro deve essere attentamente valutato ed è necessario monitorare i cambiamenti fisici e le loro tempistiche con assoluta precisione.
L’attività fisica è uno strumento potente e determinante su ogni aspetto endocrino dell’essere umano, chi studia lo sviluppo muscolare lo sa bene: esso avviene in primo luogo tramite la promozione di uno stato infiammatorio che solo in seguito determina risposte di carattere anabolico, e gli adattamenti utili che ne conseguono prevedono sempre un aumentato metabolismo degli ormoni androgeni coinvolti in prima persona nei processi di sintesi proteica. Gli ormoni androgeni sono il substrato chimico per la sintesi di estrogeni.
E questo è un punto cruciale, vi siete mai chiesti infatti per quale motivo la statura media della popolazione femminile sia inferiore a quella maschile?
Un vortice ormonale da non sottovalutare
Perché una secrezione incontrollata di estrogeni in epoca puberale causa la calcificazione delle cartilagini di coniugazione delle ossa lunghe (metafisi presenti in organismi in fase di crescita) terminando drasticamente la fase di crescita staturale. E come può questo influenzare la crescita di un maschio?
Ovviamente attraverso un eccesso di androgeni in circolo, i quali per noti meccanismi omeostatici verranno convertiti in parte da un enzima chiave noto come Aromatasi, all’anagrafe citocromo P450-19A, in Estrogeni (negli adulti tale condizione se inasprita porta a fenomeni quali la ginecomastia).
Ci sono fasi della crescita di vostro figlio dove l’intensità dell’allenamento va severamente controllata, il suo organismo presenta già staordinarie quantità di ormoni nel circolo ematico e non necessita affatto di ulteriori squilibri (segni evidenti sono la precoce virilizzazione del maschio e un prematuro menarca nella femmina).
Altro nemico giurato dello sviluppo verticale dei vostri figli, sempre conseguente ad uno sforzo maldestramente gestito per durata, intensità e frequenza, è il mancato smaltimento di sostanze infiammatorie come l’interleuchina-1 e 6 e il fattore di necrosi tumorale TNF, oltre ad un’inibizione di GH e insulina che contrastano l’accrescimento.
L’allenamento coi pesi aiuta gli adolescenti in fase di crescita
Citando il Dr. Nelly Mauras, pediatra ed endocrinologo del Nemour’s Children Health System di Jacksonville in Florida: “Attualmente le opzioni terapeutiche per i ragazzi di bassa statura sono piuttosto limitate, poiché nell’età della pubertà gli estrogeni prodotti, anche nei maschi, distruggono le cartilagini in crescita”.
In seguito ad uno studio del 2016 che utilizza IA (inibitori dell’aromatasi) in combinazione con GH su un campione di 76 adolescenti di età media sui 14 anni per la durata di 24 mesi, lo stesso specialista afferma: “I risultati dello studio sono coerenti con l’ipotesi che ritardare la disgregazione delle cartilagini durante l’accrescimento favorisca una crescita lineare”.
Raggiunta tale consapevolezza scientifica, ci sentiamo di sfatare il mito secondo cui l’allenamento con i pesi “blocca” la crescita dei ragazzi. La pesistica è un utile strumento per l’atleta adolescente se accuratamente prescritta e monitorata, ciò che la rende lo spauracchio di tanti è la sua indiscussa intensità.
Ma la soluzione non è senz’altro quella di evitarla, anzi con le dovute misure e attenzioni potrebbe persino aiutare a guadagnare qualche cm. Pertanto, piuttosto che negarla a un giovane atleta, mi preoccuperei magari di non inserirla forzatamente in una programmazione troppo piena proprio per lasciare la possibilità di recuperare dagli sforzi notevoli che comporta.
Mi assicurerei anche di prescrivere un allenamento congruo con le possibilità meccaniche di ciascuno fornendo sempre un carico “leggero” e valutato per difetto, evitando così anche le probabili algie che ne deriverebbero altrimenti.
A partire dai quattordici anni si può fare pesistica
Con le giuste accortezze fin dai 14 anni di età si potrebbe ragionevolmente inserire vostro figlio/a in palestra sia al fine di migliorarne le capacità condizionali, sia per donargli/le uno sviluppo fisico armonico, simmetrico e pertanto molto piacevole, questione che per gli adolescenti è di prim’ordine.
D’altra parte se vogliamo identificare pratiche sportive in grado di promuovere caratteristiche morfologiche in maniera distinta citiamo pallacanestro e pallavolo per la costante tensione a livello delle ossa lunghe derivante dai movimenti anti-gravitari che le caratterizzano, dovendo però fare i conti con la fragilità articolare e le problematiche posturali di ragazzi che crescono sui campi sintetici.
Aggiungiamo anche il nuoto, per la sua capacità di modellamento del tronco che porta i suoi praticanti ad allungare la colonna vertebrale e i muscoli limitrofi, espandendo la cassa toracica e sviluppando armoniosamente la muscolatura del cingolo scapolare.
La pecca, se vogliamo trovarne una, è la totale mancanza di coordinazione con l’oggetto e la debolezza ossea aggiunta a quella dei connettivi rispetto alla muscolatura, fattore che predispone i nuotatori ad infortuni negli sport su terra.
Ecco le considerazioni e le raccomandazioni finali
√ Assicuratevi che vostro figlio/a viva l’esperienza sportiva attivamente, senza subirla.
√ Partecipare ai momenti importanti come le competizioni senza pretendere risultati irreali.
√ Confrontarsi costruttivamente con i tecnici.
√ Monitorare costantemente lo stato di salute di vostro figlio/a, nonché lo sviluppo verticale una volta all’anno.
√ Se necessario, prendere provvedimenti facendo visita ad un medico specialista per comprendere le problematiche e affrontarle efficacemente.
√ Infine, la cosa più importante: lo sport è cultura, e una vita piena non può trascurarne l’importanza. Lottate dunque affinché i vostri cari, e i piccoli in primis, non perdano l’occasione di conoscere se stessi attraverso il proprio corpo.
Puoi scrivere al Dr. Gianmaria Zazzaroni a gmzazzaroni@gmail.com
Photo credits Harvard Health – Harvard University, csurams.com, games.crossfit.com, NexGen Fitness, Educazione Nutrizionale Grana Padano, Huffington Post