Sebbene il tempo di sopravvivenza della popolazione, in generale e soprattutto nei paesi industrializzati sia in continuo aumento, non sempre la durata della vita va di pari passo con la qualità della stessa.
Al di là di patologie molto gravi che minano la salute in modo più evidente e potenzialmente improvviso, come per esempio quelle del sistema cardiocircolatorio, per cui l’uso tempestivo e corretto di farmaci mirati o interventi cardiochirurgici salvano la vita, la nostra epoca e’ caratterizzata da situazioni morbose più subdole e diffuse che non appaiono essere così grossolanamente pericolose ma che, per contro, rappresentano fonti di invalidità e di condizionamento delle persone che ne sono affette. Queste sono le sindrome dolorose croniche, che affliggono per lo più il genere femminile, di qualsiasi età fuori dall’infanzia, e che spesso si associano a sindrome da stanchezza cronica.
- Quali sono le più comuni sindrome dolorose:
Fibromialgia, artromialgie, vulvodinia, cistite interstiziale.
La maggior parte delle volte queste sindromi vengono esplorate come conseguenze unicamente di malattie autoimmuni e, che si trovi la corrispondenza sierologica (presenza di anticorpi specifici) oppure no, vengono trattate come tali: a volte con terapie immuno sopressive esse stesse causa di altre sindromi dolorose e condizionamenti della vita quotidiana, altre volte con alcuna terapia specifica per motivazioni varie, con il risultato di non risolvere il problema, né di migliorare la qualità della vita, e forse ancora peggio, di favorire uno stato depressivo reattivo.
In sintesi le su menzionate sono rappresentate, in termini sintomatologici, da:
- Fibromialgia: sintomatologia dolorosa diffusa degli arti, con particolare risentimento muscolare diffuso e generalizzato
- Artromialgia: sintomatologia dolorosa vaga e diffusa interessante in particolare le articolazioni piccole (dita) o medio grandi (polsi, ginocchia, anche) ma anche i muscoli (polpacci, braccia, cosce)
- Vulvodinia: sintomatologia dolorosa vulvare e perineale molto ben definita sia per localizzazione, che eventi scatenanti (stare troppo seduta, rapporti sessuali per esempio)
- Cistite interstiziale: situazione dolorosa che mima i sintomi di una cistite (infezione vescicale o urinaria) batterica, come dolore alla minzione, senso di peso pelvico, impellenza a urinare, ma che non si associa ad alcuna carica microbica.
Sebbene a volte, e solo a volte, questi disturbi correlano con patologie sottostanti appannaggio di vie ben definite del sistema immunitario, troppo spesso accade che le stesse siano il risultato di più fattori concomitanti che solo negli ultimi anni vengono esplorati nell’ambito della medicina interna e funzionale integrata, e che sono imprescindibili da conoscere per ben inquadrare il problema e conseguentemente la soluzione più corretta. Accade cioè che esse siano l’espressione non di una specifica malattia immunologica (come per esempio autoimmune) ma piuttosto di una sindrome infiammatoria, conseguenza dell’attivazione inappropriata in senso generalizzato del sistema immunitario.
- Il sistema immunitario questo (s)conosciuto.
Senza entrare nei dettagli complessi e allo stesso tempo affascinanti del “mondo immunologico” la scienza medica ci insegna che, in sostanza, il nostro sistema immunitario si comporta da vero e proprio esercito attivato, teoricamente, per ingaggiare una battaglia sempre efficace per noi, e che, a seconda del tipo di campo di battaglia, dell’entità o tipologia dell’attacco nemico, e della cronologia dell’attacco (primo evento o già riconosciuto in precedenza) è in grado di reclutare numero e tipologia specifica di soldati e messaggeri. In termini più tecnici, le cellule dell’immunità innata (cellule dendritiche e macrofagi in particolare) si comportano da sentinelle che a secondo del luogo e dell’entità dell’attacco, organizzeranno una regia di risposta mirata a riportare l’equilibrio (linfociti T e sottotipi, o linfociti B).
Questo “equilibrio” non è rappresentato però solo dalla assenza di un nemico microbico, ma anche di altre tre sfumature che caratterizzano le vie effettrici e il buon funzionamento o meno del sistema immunologico. Queste sono:
- La via delle allergie (IgE mediata, ma anche basofili e eosinofili associata)
- La via della difesa specifica microbica (virus, batteri, parassiti)
- La via del controllo di cellule impazzite, rovinate o morte (via di prevenzione dei tumori e delle malattie degenerative)
- La via dell’autoimmunità (auto-anticorpi diretti verso specifiche parti o molecole del nostro stesso organismo)
- La via dell’infiammazione: teoricamente attivata come risposta di recupero-ristrutturazione di una lesione, perdita di integrità o danno tissutale, molto complessa (di citochine, eicosanoidi, ormonali e cellulare), ma che viene attivata spessissimo in modo inappropriato, afinalistico e dannoso per la salute.
La letteratura scientifica degli ultimi decenni evidenzia infatti che causa più frequente dell’”iniziazione” di malattie croniche degenerative come quelle tumorali, quelle neuromotorie e vascolari che affliggono la nostra società, è proprio questa diffusa, subdola e misconosciuta situazione di infiammazione cronica silente a basso grado.
Questo termine corrisponde al fatto che da un lato la forza esplosiva dell’infiammazione non è enorme né grossolana (una fiammella costante), dall’altro la sua persistenza si associa ad un continuo utilizzo di micro e macro elementi fondamentali per la salute del nostro organismo (la brace che consuma: proteine, minerali e vitamine fondamentali per l’efficienza stessa del nostro sistema immunitario).
- Sindrome dolorosa e sindrome infiammatoria: la nuova prospettiva
Muscoli, articolazioni, tessuto adiposo, terminazioni nervose, centro cerebrale della percezione del dolore, degli istinti, del piacere, del tono dell’umore (cervello limbico) e del comportamento, presentano uno stato di equilibrio (efficacia e funzionalità motoria, presenta a sé stessi, qualità della memoria, del sonno e della reattività dello stress) che viene a mancare quando nell’organismo è presente uno stato di infiammazione cronico.
In altre parole:
difficoltà ad alzarsi, inefficienza muscolare e articolare, sintomatologia dolorosa e rigidità muscolare o articolare, gonfiore o senso di impregnazione dei tessuti sottocutanei o muscolari, dolenzie specifiche articolari localizzate o migranti, stanchezza cronica o facile affaticabilità, difficoltà di concentrarsi o di essere “nell’umore giusto”, fino ad alterazioni del sonno e del comportamento, possono dipendere dall’ingaggiamento del sistema immunitario di tipo infiammatorio in modo silente e a noi per lo più inconsapevole. Tale stimolo cronico, oltre a fare danni subdolamente, continua a disperdere molecole indispensabili per la stessa salute muscolare (aminoacidi, globuline epatiche, ormoni tiroidei), ormonale (aminoacidi, vitamine e molecole come il selenio, il glutatione, lo zinco, etc), immunitario (le stesse sostanze), generando un meccanismo vizioso tra più sistemi e tra salute del corpo e della mente.
- Il paradosso:
uno stato infiammatorio perennemente attivato comporterà da un lato il condizionamento della vita quotidiana per costante presenza di sintomatologia vaga, mal definibile ma opprimente, e dall’altro una spiccata fragilità da parte di quella parte del sistema immunitario preposta alla gestione di un attacco microbico o virale (la pandemia da Covid 19 Sars2 ne è un esempio) o al controllo di cellule tumorali o danneggiate.
- Quali sono le cause
Quello che scopriamo nella attualizzazione rivisitata delle conoscenze del sistema immunitario ad oggi è che questa via specifica dell’infiammazione silente non è stimolata (come nei casi sopra esposti) dalla presenza di un microbo, con la possibilità di rispondere in modo efficace e risolutivo, ma è il risultato invece di una sua attivazione ad opera di sostanze fino a poco tempo fa sconosciute, che si accumulano facilmente nei tessuti e apparati nobili del nostro organismo (fegato, matrice extracellulare, ma anche microbiota intestinale e tessuto adiposo intramuscolare o ectopico). Tra queste sostanze troviamo la gliadina del glutine, l’acido urico, i prodotti di glicazione (frutto di sofisticazione degli alimenti, cotture prolungate e presenza di adittivi, e l’eccesso di zuccheri): tutti prodotti dell’alimentazione quotidiana.
- Come riconoscerle
Situazioni dolorose come quelle riportate possono essere tipicamente associate al riscontro dei seguenti esami sierologici:
- Assenza di Autoanticorpi come anticorpi anti citrullina, Ana, Anca
- Assenza di genetica specifica di complessi maggiori di istocompatibilità (per esempio HLA B27)
- Possibile innalzamento di PCR non associata a incremento della Ves
- Possibile riscontro di anemia multifattoriale (calo di Hb, con MCV non basso)
- Assenza di batteriuria e nitriti nelle urine (per la cistite interstiziale)
Dal punto di vista clinico (e biotipologico), situazioni fibromialgiche e artromialgiche possono essere appannaggio di aspetti morfologici quali uno dei seguenti:
- sovrappeso prevalentemente viscerale (aumento del grasso addominale con tendenza precoce alla sindrome metabolica con ipertensione, diabete mellito e dislipidemia, con tendenza a sintomatologia infiammatoria anche digestiva come sindrome da reflusso gastrico/gastrite)
- sovrappeso generalizzato (tessuto adiposo ectopico con infiltrazione sotto cutanea, muscolare, vertebrale, pericardica) associato a carenza di tessuto muscolare (sarcopenia). Molto comune, sia nell’uomo che nella donna soprattutto dai 35 anni in su, è sottovalutare il “semplice e minimo” incremento di peso corporeo nel contesto di assoluta assenza di attività motoria: questo è il risultato allo stesso tempo di perdita di massa muscolare incremento, molto maggiore di quanto sembra, di peso unicamente secondario all’aumento del grasso (assai poco pesante) e infiltrazione di muscoli, dischi vertebrali e fegato da parte di questo.
Mentre cistite interstiziale e vulvodinia/vestibulite possono essere maggiormente a carico di situazioni di possibile magrezza, ma quasi sempre quadri disbiotici intestinali (perdita di equilibrio del microbiota intestinale) associati o meno a situazioni infiammatorie funzionali (sindrome del colo irritabile) o organiche (sindromi dell’intestino permeabile).
- Quali sono gli strumenti di riequilibrio e cura
La nostra quotidianità rappresenta lo strumento più efficace per vivere in salute (invecchiare bene) o in queste situazioni disfunzionali (per distinguerle da quelle specificatamente organiche) così invalidanti sia fisicamente che psicologicamente:
- Nutrizione funzionale: lontana dal concetto di dieta, corrisponde alla scelta consapevole di evitare il più possibile alimenti infiammanti (tutti i prodotti da forno industriali, latte e formaggi in uso quotidiano e soprattutto se da supermercato, prodotti industriali (falsamente) lievitati, eccesso di alcoolici, bevande zuccherate, zuccheri (derivanti non solo dai “famigerati” e ben riconoscibili dolci, ma anche dalle fonti meno conosciute come le farine e derivati bianchi e l’alcool), e di preferire alimenti che tolgono l’infiammazione: alimenti freschi e ben definiti, invece che surrogati (dietetici di zuccheri o grassi), e scelta di grassi “buoni” (come l’avocado, il pesce), fonti di energia ben utilizzabili (cereali in chicco, possibilmente integrali) e di fibre nutrienti l’intestino e di conseguenza il sistema immunitario (verdure).
- Attività motoria costante (che non significa per forza sport) di attivazione degli “scarichi” linfatici e venosi del tessuto adiposo, con eliminazione delle tossine, e produzione di ormoni muscolari di beneficio per la salute in generale e il tono dell’umore: passeggiate giornaliere di almeno mezz’ora e Nordic Walking per esempio.
- Terapia di integrazione:
1. antiinfiammatoria: farmacologica, nutraceutica o fitoterapica
2. di drenaggio e di disintossicazione: evitando i diuretici, l’azione di drenaggio e disintossicazione verrà ottenuta con l’attivazione di organi come il fegato e il sistema linfatico, con azione di contrasto allo stimolo infiammatorio
3. di ripristino di molecole perse nella battaglia dell’infiammazione: per esempio B1, B6, zinco, rame, aminoacidi specifici
4. di eliminazione di fonti più subdole di infiammazione cronica come la disbiosi intestinale, il tessuto adiposo e la matrice extracellulare infiammata.
In conclusione quando ti senti colpito da una situazione cronica che non si risolve e che non trova un origine specifica, è solo l’approccio di insieme, diagnostico ma soprattutto terapeutico che può portare all’inquadramento corretto e risolutivo del problema.