Carnosina, l’antiossidante ideale

Un dipeptide che agisce sui telomeri

Numerosi riferimenti bibliografici e la mia personale esperienza lavorativa indicano che l’antiossidante carnosina, noto anche come dipeptide naturale β-alanil-L-istidina, soddisfa quasi tutti i requisiti di un antiossidante ideale.

È sintetizzata e contenuta nel muscolo umano e nei tessuti nervosi, è facilmente assorbita nel tratto digestivo, penetra attraverso la barriera emato-encefalica e ha un’elevata biodisponibilità e un’azione stabilizzante della membrana.

La carnosina è un antiossidante idrofilo a basso peso molecolare ad azione diretta, sebbene possa anche avere un impatto sul sistema di protezione antiradicale dell’organismo.

Cosa dicono gli studi

I risultati di esperimenti sui ratti hanno mostrato che la carnosina accelera il metabolismo del cortisolo e della noradrenalina rilasciati nel sangue di animali sottoposti a stress, sottolineando il considerevole effetto della carnosina nella diminuzione del livello degli ormoni stressogeni nel sangue con netta riduzione della gravità dello stress ossidativo (OS).

La carnosina non crea dipendenza, non vi è alcun pericolo di sovradosaggio e non si accumula nell’organismo durante la somministrazione a lungo termine poiché il suo surplus è suddiviso dall’enzima carnosinasi in amminoacidi che sono facilmente eliminati dall’organismo.

Tuttavia è interessante notare che ci sono casi di sviluppo di carnosinemia, un raro disturbo metabolico autosomico recessivo causato da una carenza di carnosinasi.

Una rappresentazione schematica dell’effetto della carnosina sui mitocondri cellulari. La protezione dei mitocondri o la disfunzione dei mitocondri dipende dalla concentrazione di carnosina. ETC: Catena di trasferimento degli elettroni; mPT: transizione di permeabilità mitocondriale.

La carnosina ha un effetto tampone

Gli effetti biologici positivi della carnosina coinvolgono anche le sue proprietà tampone del ph. Essa è un tampone non solo per i protoni, ma anche per gli ioni metallici a valenza mista e specie reattive dell’ossigeno.

È nota la capacità della carnosina di formare complessi con metalli bivalenti: con ioni di rame, cobalto, manganese e cadmio.

È stato dimostrato che la carnosina lega gli ioni ferro. Poiché gli ioni metallici prendono parte attiva in molti processi metabolici e possono attivare i processi di sintesi dei radicali liberi, la capacità della carnosina di regolare il livello di ioni metallici a valenza mista nell’organismo è un’altra sua proprietà importante a conferma del suo stato antiossidante.

 

Credits Impactscool Magazine

La carnosina protegge dallo stress

La carnosina e i peptidi correlati agiscono come estinguenti delle specie carboniliche reattive e citotossiche attraverso la loro capacità di formare addotti. Ciò ha suggerito che la carnosina è un protettore delle biomolecole dallo stress ossidativo/carbonilico. La capacità della carnosina di reagire con i carbonili delle proteine ​​(chiamata “carnosinilazione” delle proteine) è una proprietà importante per l’inattivazione/rimozione delle proteine ​​danneggiate.

Nella coltura di cellule umane, è stato dimostrato che l’aggiunta di carnosina nel mezzo a concentrazioni vicine a quelle fisiologiche (20-50 mm) aumenta la longevità delle cellule.

Ciò è stato attribuito alla riduzione della lunghezza dei frammenti telomerici dei cromosomi, persi dalla cellula durante ogni replicazione, o alla riduzione della metilazione del DNA.

Non si può escludere che la carnosina diminuisca la somma di alcuni altri cambiamenti nel DNA, il cui incremento, al di sopra di un punto critico, porta alla fine delle divisioni.

Carnosina e omocisteina

La carnosina previene gli effetti tossici dell’iperomocisteinemia nei ratti.

È noto che l’omocisteina è un potente iniziatore dello stress ossidativo in molti tessuti. Tuttavia, il meccanismo molecolare di tale protezione non è chiaro. Forse la carnosina modula l’affinità dei recettori del glutammato con l’omocisteina, previene l’accumulo di ROS o possiede altri meccanismi protettivi.

Questi effetti della carnosina non sono collegati al miglioramento del metabolismo dell’omocisteina o alla diminuzione della sua concentrazione.

I dati relativi agli effetti biologici della carnosina mostrano che i suoi meccanismi molecolari non possono sempre essere spiegati solo con un’azione antiossidante.

Si tratta di una molecola che prescrivo in molti pazienti, dalla quale ricavo sempre ottimi risultati.

Disponibile presso il mio laboratorio.

 

 

Per contattare il Dott. Sergio Resta telefono 3486424978

 

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