I risultati promettenti di una nuova ricerca
Lo strato superficiale dell’epidermide viene costantemente eliminato e sostituito da un pool auto-alimentato di cellule staminali provenienti dagli strati bassi, precisamente dallo strato basale.
Queste staminali sono ancorate alla membrana basale che collega l’epidermide al derma – un legame fisico essenziale per la loro “staminalità”, ossia la loro capacità di replicarsi e maturare in un tipo diverso di cellula.
Questo processo fisiologico, chiamato “turnover cellulare”, è alla base della guarigione delle ferite e del mantenimento dell’aspetto giovanile della pelle.
Con l’invecchiamento il pool di cellule staminali tende però a impoverirsi e il processo a rallenta.
Invecchiando la pelle si assottiglia e diventa più fragile
Secondo questo studio, le cellulestaminali che si replicano (il termine corretto è “si dividono”) verticalmente anziché orizzontalmente come avviene nella maggior parte dei casi, lo fanno perché danneggiate dall’invecchiamento, dall’esposizione ai raggi UV e ad altri tipi di tossine.
In questo caso, la nuova cellula adulta inizia il suo viaggio attraverso l’epidermide, e anche la cellula staminale originale viene allontanata dallo strato basale e costretta a maturare.
Le sue radici si sono indebolite, e la staminale non è più in grado di ancorarsi correttamente alla membrana basale.
I ricercatori descrivo questo fenomeno come una competizione, in cui le staminali circostanti sane si raggruppano e forzano l’uscita di quelle indebolite.
A un certo punto la pelle non riesce più ad autoripararsi nel modo corretto
Inizialmente benefica, in quanto libera la pelle dalle cellule disfunzionali e perfino da mutazioni pericolose, questa competizione finisce per danneggiare un numero eccessivo di cellule staminali e per ridurre il numero di quelle sane. La pelle non è più in grado di ringiovanirsi o di rispondere a un insulto.
Il protagonista di questo processo è il collagene 17, un tipo specifico di proteina critico per l’ancoraggio della cellula staminale alla membrana basale. Le cellule staminali danneggiate perdono preziose quantità di questo componente, e più ne perdono più il legame si indebolisce, fino a quando sono dislocate dalle cellule sane.
L’ipotesi della ricerca di Nan Liu è che ci sia un modo per aumentare o preservare i livelli di collagene 17 nelle cellule staminali e di conseguenza, di rallentare o addirittura arrestare l’invecchiamento cutaneo. Lo studio (condotto sulle code di topo per la loro affinità biologica alla pelle umana) ha dimostrato come due sostanze sperimentali, applicate a livello locale, siano in grado di aumentare i livelli di collagene 17 nelle cellule e promuovere la guarigione delle ferite.
Riferimenti
↪ Anti-Aging Discovery Could Lead to Restorative Skin Treatments – Scientific American
↪ Stem cell competition orchestrates skin homeostasis and ageing – Nature