La natura ci offre frutti straordinari
Le evidenze scientifiche accumulate hanno stabilito un consenso sul fatto che i frutti sono una fonte concentrata di componenti naturali con proprietà di promozione della salute.
La dieta a base vegetale contiene diversi ingredienti bioattivi con un ruolo vitale nello svolgimento di varie funzioni metaboliche come la crescita, lo sviluppo e il meccanismo protettivo contro le minacce endo-esogene.
In questo contesto i fitochimici hanno un’importanza significativa in quanto migliorano la salute umana attraverso percorsi distinti. Le piante ricche di fonti di molecole bioattive includono: aglio, zenzero, tè, ginseng, cumino nero, gelso, lampone, ecc.
La ricerca, al palo da anni nella ricerca di molecole antitumorali, si sta concentrando sullo sfruttamento delle risorse naturali contro le patologie potenzialmente letali.
Anguria, antico frutto prezioso e succulento
L’anguria (citrullus lanatus), considerata botanicamente come un frutto, appartiene alla famiglia delle cucurbitaceae. È originaria del deserto dell’Africa del Kalahari, ma oggigiorno è coltivata anche nelle regioni tropicali e subtropicali.
Nelle pagine della storia, il suo primo raccolto è stato documentato 5000 anni fa in Egitto, in seguito l’anguria si è diffusa anche in altre parti del mondo.
Attualmente la Cina è il primo produttore seguito da Turchia, Stati uniti, Iran e Repubblica di Corea.
Anguria fonte di antiossidanti naturali: licopene, acido ascorbico e citrullina
Questi ingredienti funzionali fungono da protezione contro patologie ad andamento cronico come neoplasie e disturbi cardiovascolari. La presenza del licopene è caratterizzata dal suo caratteristico colore rosso nella frutta e nella verdura.
Senza tralasciare la masticazione dei semi d’anguria, ricchi di acidi grassi e lignani, negli ultimi decenni la presenza di quantità apprezzabile di licopene nel cocomero ha motivato gli agricoltori/coltivatori a selezionare varietà ad alto contenuto di principio attivo.
Attualmente, sono disponibili numerose evidenze che indicano collegamenti diretti tra componenti attivi del cibo e genomica cellulare con particolare riferimento al trattamento del cancro.
Come interagisce il licopene con i nostri geni
La Nutrigenomica è un termine più ampio che spiega l’interazione dei nutrienti con l’espressione genica. Essendo un componente dietetico attivo, il licopene interferisce in vari stadi dello sviluppo del cancro: mutazione del DNA e formazione delle metastasi.
Tuttavia la comprensione dell’interazione genica del licopene non è stata ancora ben stabilita e necessita di ulteriori ricerche. Il licopene è probabilmente associato alla produzione di enzimi di fase I e II che sono essenziali per il metabolismo del carcinogeno all’interno del sistema fisiologico.
L’enzima di fase I ha il potenziale per attivare il carcinogeno mentre l’enzima di fase II è responsabile del legame del gruppo polare con l’agente cancerogeno attivato che facilita la sua escrezione. Esso inoltre attiva il sistema di trascrizione degli elementi di risposta antiossidante all’interno del corpo per inibire la carcinogenesi, la mutagenesi e alcune altre forme di tossicità.
Il licopene è un antiossidante vitale
Oltre a questa proprietà gli viene anche attribuito un potente ruolo antiproliferativo in campo oncologico.
Esiste un’associazione inversa tra il livello di licopene nel sangue e il rischio di vari tipi di cancro. Questo dato è supportato anche dall’esplorazione meccanicistica con diverse colture cellulari e modelli animali.
Il licopene ha una relazione diretta con gli enzimi di fase I e II, protegge la membrana cellulare, il DNA e altre macromolecole dalle specie di ossigeno reattivo. Inoltre è coinvolto nella regressione del cancro attraverso l’interruzione del ciclo di crescita delle cellule tumorali, l’apoptosi, la regolazione ormonale e il metabolismo del carcinogeno.
Numerosi studi clinici hanno indicato il ruolo chemiopreventivo del licopene nei confronti dei tumori del tratto aerodigestivo (cavità orale, faringe, laringe ed esofago).
Gli studi sulle proprietà chemioprotettive del licopene
È stato condotto uno studio di efficacia oncologica sulla carcinogenesi indotta nella cavità orale di criceto mediata da 7, 12-dimetilbenzantracene usando come markers di chemioprevenzione la perossidazione lipidica, la glutatione reduttasi e la glutatione s-transferasi.
Dopo 2 settimane le misurazioni biochimiche hanno rivelato l’effetto modulante del licopene contro il cancro orale e l’aumento delle attività degli enzimi del ciclo redox del glutatione.
In uno studio simile, l’effetto combinato di licopene, vitamina C, flavonoidi e fitosteroli è stato ampiamente riconosciuto nella regressione del carcinoma del tratto aerodigestivo. Il tumore del colon-retto è uno dei tumori maligni più diffusi.
Il licopene sopprime la proliferazione del cancro
Molti tipi di tumori sono accelerati dalla via del fosfatidilinositolo 3-chinasi (PI-3K)/Akt che a sua volta stimola la trascrizione e la traduzione delle proteine, essenziali per la crescita, la sopravvivenza e la progressione delle cellule neoplastiche.
Evidenze cumulative hanno suggerito che il licopene potrebbe sopprimere la proliferazione del cancro del colon attraverso la modulazione di PI-3K.
Allo scopo, l’effetto concomitante di licopene e acido eicosapentaenoico (EPA) è stato determinato sull’uomo. È stato osservato che la combinazione di licopene e EPA inibisce la crescita delle cellule a concentrazioni elevate e in qualche modo ne riduce lo sviluppo a basse concentrazioni.
Precedenti studi hanno rafforzato l’associazione tra licopene e ridotto rischio di cancro
Uno studio condotto sul carcinoma del colon-retto ha reso evidente che i pazienti con adenomi colorettali (un tipo di polipo dimostrato come precursore del cancro del colon-retto) presentano un livello inferiore significativo di licopene (35%) e β-carotene (25,5%) rispetto agli adulti sani. La somministrazione di licopene nelle fasi iniziali ha la capacità di rallentare la progressione delle cellule tumorali.
Soggetti che consumano un apprezzabile dosaggio di licopene hanno resistenza contro varie linee di cancro particolarmente contro quello prostatico.
Esiste una correlazione inversa tra il consumo di elevati dosaggi di licopene e il cancro alla prostata
Uomini la cui dieta prevede un alto consumo di licopene hanno riportato il 25% in meno di incidenza di cancro alla prostata e il 44% in generale di rischio ridotto di altri tumori. La terapia con licopene ha un ruolo efficace nella prevenzione del carcinoma della prostata metastatico refrattario agli ormoni.
Quindi, il licopene dovrebbe essere somministrato nelle fasi iniziali del cancro alla prostata a causa della sua natura relativamente innocua rispetto alla chemioterapia e agli inibitori ormonali e del fattore di crescita. Il licopene risulta altresì efficace nella riduzione dei componenti dei fattori di crescita dell’insulina (IGF).
Ciò si traduce in una diminuzione significativa nella proliferazione delle cellule trattate con licopene.
Licopene ad alto dosaggio presso il mio laboratorio.
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